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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2014 alle ore 11:56.
L'ultima modifica è del 15 dicembre 2014 alle ore 16:17.

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BRUXELLES - Il Belgio, la Francia e l'Italia hanno poco più di un mese per convincere l'establishment europeo della loro volontà di modernizzare le loro economie, per evitare sanzioni e procedure a livello comunitario. Il momento politico e sociale è delicato. L'Italia è stata segnata da uno sciopero generale la settimana scorsa. Oggi tocca al Belgio, mentre in Francia agitazioni sindacali si susseguono da settimane in molti settori produttivi.

Treni bloccati, aerei a terra, grandi magazzini chiusi, trasporti fermi, autostrade bloccate: dalle ultime ore di ieri, il Belgio è oggetto di uno sciopero generale di 24 ore con il quale le grandi organizzazioni sindacali vogliono protestare contro alcune misure presentate dal governo di centro-destra del premier Charles Michel. Tra le misure più criticate la scelta di abolire, almeno parzialmente, l'indicizzazione dei salari, e la decisione di rivedere l'età della pensione.

Lo sciopero generale di oggi in Belgio segue tre lunedì consecutivi di agitazioni sindacali, soprattutto nei trasporti. L'Italia è stata segnata da uno sciopero generale venerdì scorso. Criticata è stata in particolare la riforma del mercato del lavoro proposta dal governo Renzi. In Francia, oggi fanno sciopero i tassisti parigini, contro il servizio di Uber, la società privata che offre il servizio di trasporto persone attraverso un programma caricato sul cellulare.

Sempre in Francia il 21 sciopereranno i lavoratori del commercio. Scioperi nei trasporti sono previsti in questi giorni in molte città tra cui Tours, Reims e Caen. Interruzioni dal lavoro ci saranno il 17 nelle scuole, il 18 da parte dei autotrasportatori, il 20 e il 27 nei trasporti urbani, dal 22 in poi nei pronti-soccorsi degli ospedali. In molti casi, gli scioperi sono provocati dal tentativo dei governi di liberalizzare l'economia e di aprire alla concorrenza settori protetti.

Sia il governo Michel in Belgio che il governo Valls in Francia e il governo Renzi in Italia devono fare i conti con divisioni politiche al loro interno. A Bruxelles, la N-VA, il partito nazionalista fiammingo, vuole il pugno duro contro i sindacati, accusati di fare il gioco dell'opposizione socialista. A Parigi e a Roma, sia il Partito socialista che il Partito democratico sono drammaticamente spaccati, mentre il Fronte Nazionale e il Movimento Cinque Stelle restano minacciosi.

In questo contesto, la sfida di venire incontro agli impegni europei si presenta difficile, tra tensioni sociali e divisioni politiche. La Commissione europea ha concesso fino a marzo a Belgio, Francia e Italia per convincere i partner di voler modernizzare le loro economie. In cambio potranno avere margini di manovra nel risanare i conti pubblici. La scadenza è ufficialmente marzo, ma in realtà Bruxelles avrà bisogno di assicurazioni entro fine gennaio, tenuto conto dei tempi di tecnici dell'analisi.

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