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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2014 alle ore 15:36.

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L'ex assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, Rita Cutini (Ansa)L'ex assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, Rita Cutini (Ansa)

“Il messaggio che vorrei dare è questo: questa mafia capitale era resistibilissima. Non è vero che essere onesti, essere persone che vogliono cambiare le cose sia impossibile, lo si può fare. L'ho fatto io, l'hanno fatto tante altre persone, e si può fare”. Lo ha detto ai microfoni di 24 Mattino su Radio 24 l'ex assessore alle Politiche sociali di Roma Rita Cutini, che si è dimessa dall'esecutivo del Campidoglio dopo un lungo colloquio con il sindaco Ignazio Marino. Rita Cutini, che appariva nelle intercettazioni della procura di Roma come elemento di opposizione o di ostacolo alle presunte attività del duo Buzzi e Carminati ha detto: “Ci siamo accorti, e questo ci ha sconcertato, che il sistema aveva lasciato delle maglie eccessivamente larghe al malaffare” e ha aggiunto che “se non c'erano le condizioni per continuare io non avrei continuato”. Il colloquio con Marino, ha spiegato la Cutini, “non è stato un colloquio facile, è stato un colloquio teso in cui abbiamo dovuto ribadire alcune posizioni. Ho chiesto di incontrarlo per dirgli che la mia disponibilità per la giunta non ci sarebbe potuta essere e che evidentemente quello che era accaduto a Roma era una chiave di lettura di quello che era accaduto al mio assessorato anche per le vicende di Tor Sapienza, abbastanza inquietanti. È chiaro che mi sarei aspettata da questo punto di vista un atteggiamento diverso. Più vicinanza? Sì certo”. L'ex assessore alle Politiche sociali ha poi provato a spiegare ai microfoni di Radio 24 il clima nel quale queste dimissioni sono state da lei maturate: “Il 10 settembre, proprio quando stavamo eleggendo i direttori generali, inizia questa campagna contro me e anche altri assessori che in questo momento non sono più in giunta come l'assessore Morgante dicevano che dovevo andare via. Si sentiva questa pressione. Ad un certo punto è come lo schiaffo del soldato, uno cerca di capire da dove viene questo schiaffo e non si capisce. A questo punto – ha concluso la Cutini rivolgendosi provocatoriamente al giornalista Alessandro Milan che la stava intervistando - lei cosa si aspetterebbe? Più solidarietà? Ecco e se non arriva lei cosa farebbe?”

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