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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2014 alle ore 07:22.
L'ultima modifica è del 16 dicembre 2014 alle ore 07:53.

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(Reuters)(Reuters)

Dopo più di 16 ore di assedio, le autorità australiane hanno dichiarato conclusa la crisi nella caffetteria del centro finanziario di Sydney, dove un rifugiato iraniano ha preso in ostaggio 17 persone. La polizia ha fatto irruzione nel locale e nel blitz sono morte tre persone, il sequestratore e due ostaggi. Quattro persone, tra cui un poliziotto, sono rimaste ferite.

Secondo la polizia, è stato il sequestratore ad aprire il fuoco, obbligando le forze speciali ad intervenire. La vicenda ha tenuto il Paese e il mondo con il fiato sospeso, anche perché si è temuto fosse un attacco jihadista, anche se è più probabile che la religione non fosse lla molla che spingeva il 50enne che già in passato aveva avuto molti problemi con la legge.

In realtà l'autore del sequestro soffriva di problemi di «instabilità mentale» e aveva numerosi precedenti penali, come ha affermato il premier australiano, Tony Abbott in un incontro con la stampa convocato dopo la fine del blitz che ha chiuso la vicenda.

Man Haron Monis, un sedicente religioso radicale iraniano, è entrato nel caffè-cioccolateria della Lindt alle 9,45 del mattino ora locale, ha fatto esporre una bandiera con una lode ad Allah in arabo e ha minacciato di far esplodere quattro bombe. Sei ore dopo, cinque persone -tre uomini e due donne- sono riusciti a fuggire, in due diversi momenti. La cioccolateria si trova nel cuore finanziario della metropoli, non lontano dal Parlamento del Nuovo Galles del Sud.

Monis era arrivato in Australia nel 1996, dove aveva assunto il suo nome e adottato il titolo di sceicco. Aveva abiurato l'islam sciita e abbracciato il sunnismo, come aveva scritto lui stesso sul suo sito web all'inizio del mese: «Ero un Rafida (termine che nell'islam si usa per indicare tutti i non sunniti, ndr). Ora, grazie a Dio, sono un musulmano (tout court, ndr)», ossia si definisce implicitamente ed automaticamente un sunnita perché il sunnismo è per lui l'unica forma autentica di Islam.

Monis aveva guadagnato l'attenzione della stampa per una campagna di odio contro i soldati australiani in Afghanistan, con decine di lettere offensive spedite ai familiari dei militari uccisi. Per questo nel settembre del 2013 era stato condannato a 300 ore di servizi sociali. L'uomo era conosciuto anche come un “santone”, per giunta accusato di aver abusato di alcune donne durante la sua attività di “guaritore”.

A novembre dello scorso anno era stato accusato di aver organizzato, insieme alla sua attuale moglie, l'omicidio della sua ex consorte, Noleen Pal, uccisa a coltellate e bruciata in un condominio. Lo scorso aprile era stato accusato di aver abusato di 7 donne mentre nelle sue vesti di santone-curatore a Wentworthville. Monis affermava anche di essere un esperto di astrologia, numerologia, meditazione e magia nera. Attualmente era in libertà provvisoria ed era atteso in tribunale il prossimo febbraio per rispondere delle accuse di violenza sessuale.

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