Precario in Italia, diventa il più giovane preside di facoltà del mondo

«Se fossi rimasto in Italia? Non ce l'avrei fatta nemmeno fra 40 anni. Però il mio messaggio non è dire ai giovani andate via, ma: fate un'esperienza all'estero, rendetevi competitivi in un ambiente internazionale. E poi tornate. La nostra generazione vive una crisi profonda ma le possibilità ci sono, anche se non sono più sotto il portone di casa. Guardate fuori. E' chi tiene le redini del nostro Paese, invece, che dovrebbe interrogarsi perché all'estero, noi italiani possiamo dimostrare il nostro valore e in Italia no? Guardo il mio Paese da lontano e sogno di tornare a casa per contribuire a internazionalizzare l' Università italiana. Come? Attirando studenti stranieri con corsi in inglese, aprendo ai finanziamenti privati, introducendo meccanismi di flessibilità dei docenti e di controllo sulla qualità dell'insegnamento. Sembra facile ma è un'impresa colossale. Tutto il sistema dovrebbe rinunciare alla logica del posto fisso a vita per mettersi in gioco come succede nel resto del mondo. Amo l'Italia e vorrei fare la mia parte ma quando ci saranno le condizioni. La vedo dura, ma non si sa mai. E, come dicono qui: Inshallah!».

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