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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 18 dicembre 2014 alle ore 06:50.
LE TURBOLENZE
Il presidente della Fed
minimizza sulla recente
volatilità dei mercati e
delle valute emergenti:
sono solo «temporanee»
NEW YORK
La sintesi di una delle più attese riunioni del Comitato Monetario della Federal Reserve? Il livello dei tassi di interesse aumenterà nel 2015 perché «lo pensa la maggioranza del Consiglio» ha detto il Presidente della Fed Janet Yellen in conferenza stampa. I tempi? Di nuovo indicazioni alquanto specifiche, anche se non vincolanti come è nello stile dell’Istituzione: non prima della primavera, anzi, i tassi resteranno su questi livelli, 0-0,25% per un periodo di tempo «considerevole», termine che doveva sparire per indicare una accelerazione ma che invece è rimasto «anche se non è più importante». Questi aumenti dei tassi, quando avverranno, saranno peraltro molto contenuti, non avranno un forte impatto sugli equilibri macroeconomici e seguiranno con attenzione l’andamento sia dell’occupazione che dell’inflazione. Una novità di ieri? La Fed sarà «paziente», termine nuovo, mai usato prima.
Un messaggio tutto sommato coerente con quanto la Fed continua a predicare da molti mesi, rassicurante per il mercato che ha celebrato con un piccolo rally ed efficace sul piano della comunicazione. Pur presentando delle novità senza introdurre cambiamenti che il mercato si aspettava, la Yellen è riuscita a sorprendere senza creare «tensione». Lo ha fatto mostrando inusuali qualità nella padronanza della semantica, lasciando ad esempio quel termine «considerevole» periodo di tempo che tutti si aspettavano sarebbe sparito per segnare un aumento dei tassi di interesse rapido, ma spiegando allo stesso tempo che l’introduzione di «paziente» di fatto serve ad eliminarlo. Come? Questo non lo ha spiegato ma dobbiamo immaginare un semplice passaggio intermedio. Il prossimo comunicato sarà quasi certamente senza «periodo di tempo considerevole» che dà l’idea di un periodo di circa sei mesi lasciando solo il termine «paziente», di connotazione più breve.
Cambia qualcosa? Molto poco, i pronostici per un aumento dei tassi restano per il periodo aprile/giugno dell’anno prossimo, con un leggero spostamento in avanti verso giugno per la presenza del termine considerevole. Del resto la Yellen ha anche detto che nelle prossime due sedute del Fomc, dunque nelle prossime 12 settimane, non ci sarà alcuna decisione. Possibile che questi elementi che mostrano prudenza nel passare all’azione siano stati inseriti in risposta alle recenti incertezze sui mercati finanziari dopo la crisi gemella caduta prezzi del greggio/ crollo del rublo? Possibile, ma la Yellen questo non lo ha voluto dire. Anzi ha minimizzato quel che sta capitando sui mercati dicendo che le variazioni sono «temporanee». Saranno anche «temporanee», ma finora abbiamo visto forti scompensi in particolare per greggio, rublo e per incertezze su certi titoli sovrani. Cosa non bella in questa fase delicata per la congiuntura mondiale. Ma il mestiere della Yellen è di spegnere il fuoco non di attizzarlo. E parlando di caduta del prezzo del greggio ha detto che l’effetto netto per l’America è «positivo».
Certo la Fed vorrebbe una maggiore azione da parte europea e della Bce in particolare, perché la «pazienza» ha un limite. E su questo è bastato per rassicurare una dichiarazione di Benoit Coeuré, consigliere della Bce per riportare sicurezza sui mercati europei in particolare quando ha affermato che l’acquisto di titoli di Stato è lo «scenario di base» per l’applicazione di possibile programma di «quantitative easing». «Vedo un ampio consenso all’interno del consiglio direttivo sul fatto che dobbiamo fare altri sforzi per aumentare il tasso di inflazione e sostenere l’economia» ha detto Coeuré. Un elemento di grande differenza nell’approccio? Mentre la Bce discute ancora come partire, la Fed sta già discutendo come rientrare.
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