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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 22 dicembre 2014 alle ore 22:33.

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Serata da lupi nei boschi al Senato. Prima dell’avvio della maratona notturna con cui la Commissione Bilancio puntava a chiudere i lavori sulla Stabilità, tra Governo e maggioranza si è alzato il livello di tensione su quali e quante modifiche apportare al disegno di legge. Un segnale inatteso dal Governo, che dopo aver trovato la quadra politica sui nodi principali (personale delle province, fondi pensione, Irap e minimi per citarne alcuni) era convinto di aver “scollinato” con il voto della Commissione su un nutrito pacchetto di emendamenti riformulati dal relatore, Giorgio Santini (Pd).

Ma a far capire che la strada della Stabilità al Senato era ancora tutta in salita ci ha pensato il presidente della Commissione Bilancio, Antonio Azzollini (Ncd), comunicando al Governo che una buona parte dell’intero pacchetto di modifiche depositate dall’Esecutivo la scorsa settimana (80 emendamenti) non sarebbe stato ammesso. E per chiudere i lavori e consegnare il testo all’Aula, su cui oggi il Governo potrebbe già chiedere il voto di fiducia (la Camera vuole avviare la terza lettura già a partire da domani), il Governo è stato invitato dal presidente della Bilancio a ritirarli tutti.

Il che ha obbligato lo stesso ministro dei Rapporti con il Parlamento, Maria Eelena Boschi (Pd), a recarsi a palazzo Madama e a stabilire il suo quartier generale nello studio dello stesso Azzollini con un solo obiettivo: salvare quante più proposte di modifica targate Governo, tra cui lo stop già annunciato agli aumenti 2015 di Tasi e Imu o del canone Rai. In molti di questi emendamenti, infatti, sono stati assorbiti numerose proposte della maggioranza.

Dopo un lungo lavoro di confronto, riscrittura e verifica delle coperture, che ha spinto a Palazzo Madama anche il ministro per i Trasporti e le Infrastrutture, Maurizio Lupi (Ncd) per difendere il suo pacchetto di emendamenti, il Governo ha mollato la presa su 5 emendamenti e si è visto dichiarare inammissibili da Azzollini altre 4 proposte.

Lupi nulla ha potuto su almeno tre misure che sono state ritirate: quella relativa ai canoni delle trivellazioni e due proposte in materia di appalti. In particolare quella che prevedeva la proroga dell’anticipazione all’impresa del prezzo di appalto e l’altra misura che rivedeva le regole sullo stato di avanzamento dei lavori ai fini dei pagamenti in corso d’opera. Ritirata, inoltre, anche la proposta sull'uso delle armi da fuoco per uso scenico. Tra gli emendamenti dichiarati inammissibili, spiccano invece, quello che consentiva l’uso dei carburanti sequestrati alle forze di polizia. Alla ripresa dei lavori in Commissione il Governo è andato sotto in Commssione su uno stanziamento di 5 milioni per le scuole in Sardegna (menedamento Sel a firma di Luciano Uras).

Nonostante questo, Governo e maggioranza sembrano comunque aver trovato un punto di incontro per avviare il piano Cottarelli sulle partecipate. Il condizionale resta d’obbligo visto che l’accordo e il voto finale sugli emendamenti da inserire nella stabilità arriverà soltanto in nottata. Un «emendamento agile con l’obiettivo di dare avvio al piano Cottarelli», ha sottolienato la relatrice sul Ddl di Bilancio, Federica Chiavaroli (Ncd). In particolare, ha spiegato la Chiavaroli, si punta a una proposta unica che sintetizzi gli emendamenti presentati dal suo gruppo e da Scelta civica, a prima firma Linda Lanzillotta: Ncd chiede lo stop delle partecipate che hanno solo amministratori o più amministratori che dipendenti, Sc pone dei criteri più articolati, come il vincolo di fatturato.

Tra le novità approvate nella mattinata di ieri dalla Commissione Bilancio, spiaccano i crediti d’imposta del 9% e del 6% riconosciuti, rispettivamente, ai fondi pensione e alle casse di previdenza calcolati sui rendimenti degli investimenti effettuati in economia reale(si veda Il Sole 24 ore di ieri). Per i soggetti Irap privi di autonoma organizzazione e dunque senza costo del lavoro, arriva un credito d’imposta Irap del 10% che consente loro di recuperare quanto perso con l’abolizione del taglio dell’aliquota dal 3,9 al 3,5% disposta nel maggio scorso e abolita dalla stabilità. A finanziare la misura, che interessa 1,4 milioni di soggetti, saranno le 140mila partite Iva che hanno redditi da lavoro dipendente e assimilati. Il cumulo di questi redditi con quelli autonomi, per accedere al nuovo regime forfettario, non potrà essere superiore ai 20mila euro. Tornano i finanziamemnti (40 milioni) per le zone franche urbane.

Via libera alla riduzione del taglio per i patronati, che ora diventa di 35 milioni e del fondo per i salari di produttività che scende da 238 milioni a 208.

Il parere di “congruità economica” per la prosecuzione degli interventi per il completamento e la prestazione del servizio di telecomunicazioni relativo alla rete Tetra sarà affidato alla Consip, mentre arrivano 6,5 milioni per l’Unione italiana ciechi. Per consentire di proseguire l'erogazione della terapia salvavita “adroterapia” ai malati di cancro vengono stanziati 30 milioni di euro nei prossimi 3 anni. Arrivano 8 milioni per l’alluvione di Genova e altri 5 milioni sia per sostenere le adozioni internazionali, sia per lo screening neonatale delle diagnosi precoci di patologie metaboliche ereditarie.

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