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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2014 alle ore 16:29.

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NEW YORK - È rally a Wall Street grazie alla “pazienza” professata dalla Federal Reserve sui futuri rialzi dei tassi di interesse americani e al recupero messo a segno dai prezzi del petrolio. I principali indici azionari a Wall Street sono balzati all'unisono in rialzo di circa l'1,5% fin dalle prime battute di contrattazione, con il Dow Jones che ha guadagnato oltre 250 punti. Il Dow si trova ora sopra quota 17.600 punti, lo Standard & Poor's 500 oltre i 2.040 punti e il Nasdaq oltre i 4.700 punti.

L'impennata della borsa americana è stata aiutata da nuovi dati incoraggianti sullo stato dell'economia statunitense e in particolare del mercato del lavoro. Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono diminuite di seimila unità, a 289.000, il livello più basso dall'inizio di novembre. Il prezzo del greggio è allo stesso tempo risalito del 2,5%, nel caso dei Brent a Londra e di quasi l'1% a New York per il WTI, suggerendo agli operatori che il mercato potrebbe essere alla ricerca di una soglia di resistenza dopo i forti declini delle passate settimane.

Ma a dominare gli scambi è rimasta la presa di posizione della Fed. Il presidente della Banca centrale americana Janet Yellen, nella sua conferenza stampa di ieri pomeriggio subito dopo l'ultimo vertice della Fed del 2014, ha a sua volta indicato che il brusco calo nelle quotazioni del greggio che ha scosso i mercati e fatto temere nuove pressioni deflazionistiche appare un fenomeno temporaneo. Ha inoltre mantenuto il corso della Banca centrale americana verso una stretta di politica monetaria nel 2015, precisando però che non dovrebbe avvenire nel corso dei primi due incontri al vertice del 2015 e cioè almeno fino alla fine di aprile.

La Banca centrale, pur rimuovendo la promessa di mantenere ancora per ungo tempo tassi vicini allo zero, ha inoltre assicurato che sarà “paziente” nel decidere un rialzo del costo del denaro. Resterà attenta all'andamento delle statistiche economiche, anzitutto l'occupazione e l'inflazione. Un passo verso prossimi aumenti dei tassi, vale a dire, ma cauto e senza eccessiva fretta, volto a ispirare fiducia sul mercato. Almeno per oggi, per la Fed la missione è compiuta.

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