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Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2014 alle ore 11:23.
L'ultima modifica è del 19 dicembre 2014 alle ore 13:40.

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Delega lavoro, si apre ufficialmente il capitolo attuazione. Questa mattina a palazzo Chigi il governo ha incontrato le parti sociali sul primo dei decreti attuativi del Jobs act, entrato in vigore il 16 dicembre. Per l'esecutivo sono presenti il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti e il sottosegretario Teresa Bellanova. Aprendo i lavori il ministro, secondo fonti presenti alla riunione, ha spiegato che «lavoriamo alla delega così come l'abbiamo approvata». Al tavolo anche i segretari generali di Cgil e Uil, Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo, il segretario confederale Cisl, Gigi Petteni, il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, e i rappresentanti delle altre associazioni d'impresa.

Poletti: confronto aperto ma nessuna trattativa
Nel confronto con le parti sociali il governo, «pur nella consapevolezza di una diversità di valutazioni sopratutto con i sindacati che hanno scioperato», intende «illustrare le sue posizioni, discutere, raccogliere le istanze e le sollecitazioni, ma sapendo che non ci sarà nessuna trattativa». Insomma, per Poletti non ci sarà nessun passo indietro o un cambio di rotta: «L'Esecutivo prenderà le sue decisioni nel rispetto della delega». La fase di attuazione avverrà in fretta, anche perchè «i tempi previsti dalla delega sono brevi, sei mesi al massimo entro i quali i decreti dovranno essere approvati».

Barbagallo (Uil) promette «lotte crescenti»
Cauta la reazione dei sindacati alle parole del ministro. La Uil aspetta di leggere i testi dei decreti delegati ma, se le intenzioni del Governo sul Jobs act sono quelle esposte oggi, ha promesso il segretario generale Barbagallo, il sindacato promuoverà «lotte crescenti», chiaro riferimento al contratto a tutele crescenti previsto dalla riforma del mercato del lavoro.

Camusso (Cgil): governo rischia di fare guai
Peoccupata anche la leader Cgil Camusso: «Nella sostanza ci è stato illustrato un contratto a monetizzazione crescente». Nel corso dell’incontro non sono state fornite cifre relative agli indennizzi previsti in caso di licenziamento economico, ma sono comunque emerse «cose che ci hanno preoccupato». Per questo, il fronte sindacale ritiene che «quando vedremo tutto il quadro ci saranno moltissime contraddizioni, con il rischio di fare significativi guai». Quanto alla definizione dei licenziamenti disciplinari illegittimi, per Camusso la linea del governo sembra essere quella di rendere «inefficace la tutela della reintegra per tutti i casi che non sia il solo e puro licenziamento discriminatorio». «Così la vedo complicata ad immaginare un 2015 meglio del 2014 che abbiamo avuto», ha concluso, perchè «si conferma un atteggiamento del governo indisponibile ad avere un normale rapporto con le organizzazioni sindacali».

Petteni (Cisl): bene porre al centro tutele crescenti
Nel corso dell’incontro, il segretario confederale Cisl Petteni ha invece definito «importante» il confronto avviato dal governo ma «sarebbe meglio avere in mano una bozza sui cui discutere per poter esprimere un giudizio piu' compiuto». Comunque positivo, secondo Petteni, che il governo «metta al centro il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, in modo che torni ad essere la forma contrattuale più competitiva e diffusa».

Dolcetta (Confindustria): primo passo positivo
Giudizi di segno opposto quelli registrati invece sul fronte imprenditoriale. Per Confindustria lo schema illustrato da Poletti mostra diversi aspetti positivi. «Mi sembra un passo avanti per una maggiore certezza delle imprese - ha spiegato al tavolo il vicepresidente per le relazioni industriali, Stefano Dolcetta, ma naturalmente bisogna aspettare di vedere i testi, soprattutto per quanto riguarda la questione dei costi degli indennizzi e delle sanzioni».

Licenziamenti, governo lavora su insussitenza fatto materiale
Nel corso dell’incontro, Poletti ha sottolineato i principali obiettivi del governo per la fase attuativa della riforma. In particolare, si punta a «spostare il numero più alto delle tipologie contrattuali nel nuovo contratto a tutele crescenti». Allo studio anche «diverse ipotesi» per quanto riguarda i licenziamenti disciplinari, «a partire dall'insussistenza del fatto materiale contestato al lavoratore», orientamento che conferma l'orientamento del governo per quel che riguarda il licenziamento disciplinare illegittimo e la possibilità di un suo reintegro di fronte ad un «fatto materiale» insussistente.

Licenziamenti illegittimi, ancora nessuna cifra per indennizzo
Sempre riferendosi alle norme sui licenziamenti, Poletti ha spiegato che non è stata ancora individuta «l'entità dell'indennizzo dei licenziamenti illegittimi», mentre ha confermato la previsione di un indennizzo crescente in ragione dell'anzianità di servizio. Per chi si accorderà con il datore di lavoro sul proprio licenziamento individuale sarà invece prevista una «conciliazione espressa» con una nuova indennità ed una tassazione più favorevole.

Aspi e mini Aspi unificate, in arrivo fondo per ricollocazione
Il governo intende poi unificare Aspi e mini Aspi, «ampliando la platea di beneficiari ma evitando criteri opportunistici per non danneggiare nessuno». «C'è la volontà - ha aggiunto il ministro - di estendere l'Aspi anche ai collaboratori». Nei decreti attuativi «ci saranno anche i contratti di riallocazione con un fondo del governo ad hoc attraverso l'utilizzo delle agenzie per l'impiego».

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