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Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2014 alle ore 16:23.
L'ultima modifica è del 19 dicembre 2014 alle ore 22:42.

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Il commissario unico del governo per Expo 2015, Giuseppe Sala, ha detto che ad oggi la società organizzatrice ha venduto 7,2 milioni di biglietti per l'ingresso alla manifestazione, oltre 2 milioni di biglietti in più dei 5 previsti nei piani in passato. Un risultato, ha spiegato, ottenuto attraverso la sottoscrizione di oltre 100 contratti con grandi operatori che non li hanno ancora tecnicamente pagati, ma hanno fornito fidejussioni bancarie.

«La situazione è buona, a quattro mesi dal via siamo a un terzo dei biglietti venduti anche grazie alla tecnologia digitale», ha detto Sala, confermando l'obiettivo dato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di arrivare a quota 10 milioni di biglietti venduti entro il 30 aprile 2015, vigilia dell'inaugurazione. Su questa strada va il lavoro, ha detto Sala, per portare a Milano «2 milioni di studenti, di cui un terzo dall'estero». Le previsioni complessive sono di portare all’Expo 20 milioni di visitatori per 24 milioni di visite nell'arco dei sei mesi di manifestazione.

Sala: i fondi basteranno
Sala si è detto anche «totalmente tranquillo» sull'effettiva erogazione di tutti i fondi pubblici promessi per la manifestazione, compresi i 60 milioni di euro che dovevano essere a carico della Provincia di Milano, di cui il governo ha garantito che si farà carico. Sala ha ricordato che il piano degli investimenti del 2012 era di 1,6 miliardi di euro, subito ridotti a 1,3 miliardi, e tale è la cifra rimasta. «Cercherò di farli bastare - ha detto il commissario e ad di Expo 2015 Spa - al netto dei fondi della Camera di commercio di Milano», sui quali Sala ha detto di non contare più.
«Sono tranquillo sul fatto che i soldi basteranno. I conti si faranno alla fine, il mio è un cauto ottimismo, ma i bilanci presentati dal 2010 ad oggi hanno tutti dato risultati migliori del previsto».

«L’Anac ha messo in sicurezza il lavoro»
Sala ha anche sottolineato l'importanza della collaborazione con l'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) di Raffaele Cantone. «Abbiamo vissuto una stagione complessa alla quale abbiamo reagito con forza e con il supporto dell'Anac e di Cantone. Una collaborazione fatta di 250 comunicazioni ufficiali tra le parti» prima che le decisioni approdassero al cda o alla firma dell'amministratore delegato.
«Sarebbe stato meglio che Cantone fosse arrivato prima - ha aggiunto Sala - perché da un lato ha messo in sicurezza il lavoro, dall'altro ha allontanato i malintenzionati».

Cantone: paradossale gli appalti esteri non possano essere controllati
Il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, ha sottolineato come sia paradossale il fatto che gli appalti provenienti dall’estero non possano essere sottoposti ai controlli antimafia previsti dai protocolli italiani. Il problema, ha spiegato, è che «su questo argomento avremmo dovuto essere un poco più attenti nel momento in cui si è organizzato Expo, nel senso che quando si è aderito alla convenzione internazionale del Bie bisognava evidenziare che c'era questa pecularietà». «Molti Paesi stanno aderendo in modo volontario al nostro regime di controlli e quindi in qualche caso le cose stanno funzionando ugualmente, però questo è un reale paradosso», ha detto ancora.

Questa facoltà, ha ricordato Cantone, non è prevista dalla convenzione con il Bie. «Oggi - ha concluso - non c'è la possibilità di porre rimedio se non attraverso la sensibilizzazione dei singoli Paesi». Il presidente dell'Autorità anticorruzione ha anche reso noto che in merito alle 68 procedure per le quali l'Autorità ha emesso un parere (per ulteriori 8 casi specifici l'Anac ha richiesto di propria iniziativa chiarimenti o informazioni alla stazione appaltante), sono stati riscontrati 50 casi con rilievi di illegittimità, 36 casi con rilievi di opportunità e 12 con profili di illegittimità. Stando alla relazione di Cantone, Expo Spa finora ha riscontrato 28 dei 50 pareri contenti profili di illegittimità recependo, per 20 di queste procedure, i rilievi formulati dell'Anac e modificando di conseguenza gli atti di gara.

Cantone: voglio vedere le carte su affidamento a Eataly
Il presidente dell'Anac Raffaele Cantone ha chiesto di poter visionare le carte che hanno portato all'aggiudicazione diretta di servizi di ristorazione a Eataly di Oscar Farinetti per capire se le procedure si sono svolte in maniera corretta. «Eataly è una delle più note realtà nel mondo, dopo l'interrogazione parlamentare ho chiesto di vedere le carte», ha detto Cantone spiegando di essere abituato ad esprimersi «sulla base dei documenti». Quanto la notorietà dell’azienda guidata da Farinetti possa aver inciso ai fini della gara (non avvenuta, ndr) «mi riservo di verificarlo».

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