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Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2014 alle ore 12:31.

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Il parlamento greco. (Ap)Il parlamento greco. (Ap)

Si e' conclusa con un nulla di fatto anche la seconda votazione in Parlamento per l'elezione del presidente della Repubblica greca. Solo 168 deputati hanno votato a favore del candidato del Governo, Stavros Dimas, mentre erano necessari 200 voti per l'elezione. Mercoledi' scorso, in occasione della prima votazione, i voti favorevoli per Dimas erano stati 160, ovvero i 155 deputati della coalizione conservatori-socialisti del primo ministro Antonis Samaras e cinque deputati indipendenti.

L'esito del voto odierno segna quindi un progresso rispetto al primo scrutinio, ma gli osservatori puntavano ad almeno 170. La prossima votazione, l'ultima prevista dalla legge greca, e' fissata per il 29 gennaio. In quella sede basteranno 180 voti su 300 per eleggere il presidente. Nel caso non venissero raggiunti e quindi non si procedesse all'elezione, il Parlamento sarebbe sciolto e la Grecia andrebbe ad elezioni anticipate che si terrebbero alla fine di gennaio o all'inizio di febbraio. In base ai sondaggi il partito favorito e' quello della sinistra radicale Syriza.

Lo scorso fine settimana, il premier Samaras ha fatto alcune concessioni all'opposizione, impegnandosi - se verra' eletto il presidente - a rivedere il calendario delle elezioni legislative, che sarebbero anticipate dal giugno 2016 alla fine del 2015. Samaras ha anche accennato alla possibilita' di ampliare la composizione politica del Governo dopo l'elezione del presidente. La Borsa di Atene segue con ansia l'iter per l'elezione del presidente e in tarda mattinata cedeva il 2,43%.

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