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Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2014 alle ore 08:06.
L'ultima modifica è del 23 dicembre 2014 alle ore 08:23.

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(Ap/LaPresse)(Ap/LaPresse)

I collegamenti internet in Corea del Nord, normalmente limitati, nella notte sono saltati del tutto. Per diverso tempo l'accesso al web, per i pochi nordcoreani a cui è consentito, è stato impossibile. I motivi non sono ancora chiari, ma secondo alcuni esperti potrebbe trattarsi di una ritorsione americana all'attacco dei pirati informatici alla Sony Pictures, di cui l'Fbi ha pubblicamente attribuito la responsabilità a Pyongyang (che nega). “Non ho mai visto prima un'instabilità e interruzione del genere” in Corea del Nord, ha affermato Doug Madory, direttore di analisi internet al Dyn Research, citato da Abc News. “Normalmente ci sono salti della connessione, non problemi continui. Non sarei sorpreso se stessero al momento ricevendo un qualche genere di attacco”, ha aggiunto.

Nei giorni scorsi Barack Obama aveva affermato che gli Stati Uniti avrebbero reagito con una “risposta proporzionata” agli attacchi informatici che hanno indotto la Sony Pictures ad annullare l'uscita nelle sale del film satirico “The Interview”, che racconta di un fantasioso attentato per uccidere il leader nordcoreano Kim Jong-un. Attacco che, secondo il presidente americano, ha rappresentato una forma di “cyber-vandalismo, non un atto di guerra” e che tuttavia non puo' restare impunito perche' non e' accettabile che ci sia “un dittatore da qualche parte capace di imporre la censura qui, negli Stati Uniti”.

Proprio ieri, la portavoce del Dipartimento di Stato Maria Harf ha detto del resto che delle rappresaglie americane “alcune si vedranno, altre no”. Pyongyang smentisce peraltro qualsiasi addebito e la questione è arrivata fino all'Onu, dove l'ambasciatrice americana Samantha Power ha respinto la proposta nordcoreana di un'inchiesta congiunta sugli attacchi degli hacker che hanno colpito la Sony. «Non contenta di negare la libertà di espressione al suo popolo, la Corea del Nord sembra adesso voler fare lo stesso negli Stati Uniti», ha tuonato la Power nel corso di un dibattito al Consiglio di Sicurezza sulla situazione dei diritti umani sotto il regime di Pyongyang. La Corea del Nord fa un uso estremamente limitato di internet. Secondo il Nyt, dispone ufficialmente di soli 1.024 indirizzi IP (internet protocol). Per avere un’idea, basti pensare che gli Stati Uniti ne hanno diversi miliardi.

Fari Onu su violazione diritti umani in Corea del Nord
L'Onu punta i fari sulla violazione dei diritti umani nella Corea del Nord. La discussione è stata inserita nell'agenda del Consiglio di Sicurezza con 11 voti a favore, due astensioni (Ciad e Nigeria) e il voto contrario di Cina e Russia. È la prima volta che la situazione dei diritti umani in un Paese viene dibattuta dal più potente braccio delle Nazioni Unite. Sullo sfondo il cyber-attacco mosso da Pyongyang ai danni degli Usa, come denunciato dall'Fbi. «Oggi abbiamo rotto il silenzio del Consiglio - ha sottolineato l'ambasciatore Usa Samantha Power - cominciando a puntare i fari su qualcosa che si sta rivelando terrificante». Il Consiglio dovrebbe rinunciare «ad ogni azione in grado di provocare un'escalation delle tensioni», ha ribattuto l'ambasciatore cinese al Palazzo di Vetro Liu Jieyi. Il programma nucleare nordcoreano e' stato nell'agenda del Consiglio per anni ma il voto odierno spiana la strada ad una discussione piu' ampia indicando che Kim Jong-un potrebbe venire considerato responsabile in prima persona. Raccapriccianti i dettagli sulla violazione dei diritti umani illustrati dalla Power: campi di concentramento che ospitano fino a 120.000 persone, stupri, omicidi, bambini bolliti dati in pasto ai cani, prigionieri torturati e fatti morire di fame. Pyongyang ha respinto le accuse opponendosi ad un'ispezione nel Paese. Usa, Francia e Regno Unito vorrebbero portare la Corea del Nord davanti al tribunale penale internazionale: una richiesta che la Cina con il suo diritto di veto e' pronta a bloccare.

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