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Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2014 alle ore 16:46.
L'ultima modifica è del 23 dicembre 2014 alle ore 17:14.
New York - La crescita americana accelera al 5% - stracciando ogni previsione - e l'indice Dow Jones svetta per la prima volta sopra la quota dei 18.000 punti. La Borsa, insomma, celebra la marcia piu' robusta del Prodotto interno lordo in oltre un decennio, dal 2003, mentre sul palcoscenico internazionale si aggirano tuttora gli spettri di crisi e difficolta'. Il “bull market” della Borsa, il mercato rialzista del Toro, sta ormai compiendo i sei anni. E se il Dow riuscira' a chiudere la seduta sopra 18.000 potrà cantare anche un altro record: la quinta piu' veloce conquista di altri mille punti da sempre.
Il record assoluto spetta al 1999, quando l'impresa fu realizzata in sole 24 sedute. Questa volta sono servite 119 giornate di scambi. Il nuovo traguardo, in un periodo di fine anno tradizionalmente solido per Wall Street, e' frutto del continuo miglioramento dell'economia, testimoniato dal colpo di reni del Pil al 5% nel terzo trimestre, ma l'ultima ascesa e' stata innescata giorni or sono dalla Federal Reserve. La sa decisione di mantenere un atteggiamento “paziente” nei confronti di qualunque futuro rialzo dei tassi di interesse - precisando che nessuna mossa in ta senso dovrebbe avvenire almeno fino a fine aprile, ha rassicurato i mercati sul continuo sostegno che la Banca centrale intende garantire all'espansione economica, senza correre rischi di danneggiarla. Nonostante la crescita, infatti, i redditi e l'occupazione appaiono ancora in difetto. Gli operatori si attendono una stretta di politica monetaria nella seconda meta' del 2015 e un cammino graduale di rialzi.
La crescita e la prudenza della Fed fanno oggi brillare le piazze americane - in termini di rendimenti e di sicurezza - agli occhi degli investitori non solo americani ma internazionali. Questi sono alla ricerca di opportunità davanti alla continua debacle dell'Europa e alla frenata in corso in Cina e in Asia. La corsa alle azioni à stata affiancata anche da una marcia sulle obbligazioni, con il titolo decennale che ha visto i rendimenti scivolare al 2,19 per cento Il dollaro ha a sua volta guadagnato terreno alle altre grandi valute.
Le dimensioni dell'impennata, tuttavia, invitano anche alla cautela sui mercati: alcuni trader avvertono che la prossima fase di borsa potrebbe anche rivelarsi estremamente volatile, con gli investitori alla ricerca di quale livello sia sostenibile sul mercato. Lo stesso livello sostenibile della crescita economica resta da verificare alla luce dei prossimi dati.
Ma lo scatto del Pil ha colto di sorpresa positivamente sia la Borsa che gli analisti, i quali prevedevano una revisione al rialzo limitata al 4,3% dal 3,9% stimato in precedenza. A battere le previsioni sono stati anzitutto i consumi, aumentati del 3,2%, un punto in piu' delle iniziali stime, e gli investimenti aziendali. Le spese in impianti sono lievitate del 4,8% anziché dell'1,1% e quelle in proprietà intellettuale e software dell'8,8% invece del 6,4 per cento. Gli investimenti in attrezzature sono lievitati dell'11% anziché del 10,7 per cento. Il consigliere economico della Casa Bianca non ha avuto dubbi nel definire il 2014 «un anno di svolta per gli Stati Uniti».
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