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Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2014 alle ore 23:18.
L'ultima modifica è del 23 dicembre 2014 alle ore 23:20.

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Con una marcia indietro quasi all'ultimo momento, la Sony Pictures ha annunciato che il controverso film The Inteview uscirà comunque il giorno di Natale, almeno in alcune sale. E mentre la Casa Bianca plaude e il web festeggia la notizia come una vittoria sulle minacce degli hacker-terroristi, tra Usa e Corea del Nord sembra ormai profilarsi quantomeno una cyber-guerriglia: dopo oltre nove ore e mezza di blackout totale, la rete Internet nordcoreana è tornata a essere operativa, ma continua ad andare avanti a singhiozzo.

Non è ancora chiaro quante e quali sale cinematografiche proietteranno The Interview. Nelle ultime ore i proprietari di diversi cinema indipendenti e d'essai si erano detti disponibili e l'amministratore delegato della Sony Pictures, Michael Lynton, ora è raggiante: «Non abbiamo mai rinunciato all'uscita di The Interview e siamo contenti che il film sarà in alcune sale», ha affermato, aggiungendo che «allo stesso tempo continuiamo i nostri sforzi per assicurarci più piattaforme e più sale, in modo che il film raggiunga la più grande audience possibile». Specie dopo l'enorme pubblicità che ha avuto.

Soddisfatto Obama. «Il presidente plaude alla decisione della Sony di autorizzare le proiezioni del film», ha dichiarato il portavoce Eric Schultz dalle Hawaii, dove Obama si trova in vacanza.

L'annuncio della Sony è arrivato proprio mentre il web nordcoreano subiva una nuova interruzione. Secondo diversi esperti, è il frutto della rappresaglia Usa agli attacchi degli hacker nordcoreani alla Sony. Washington però non conferma né smentisce, mentre i “cyber-warrior” di Anonymous rivendicano l'attacco, e alcuni altri possibili indiziati, come la Cina e anche Pyongyang, mantengono uno strategico silenzio.

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