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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2014 alle ore 09:45.
L'ultima modifica è del 28 dicembre 2014 alle ore 17:42.

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Dopo un dicembre sulle montagne russe, con i mercati in ansia per il crollo del petrolio e i gestori in fibrillazione per evitare il crollo all'ultimo minuto delle loro performance annuali (e dei loro bonus), nell'ultimo scorcio del 2014 il barometro borsistico torna a segnare sereno. Soprattutto a Wall Street, dove il +5% del Pil americano del terzo trimestre ha catapultato gli indici su nuovi record, con il Dow che per la prima volta nella sua secolare storia al si innalza al di sopra della quota di 18mila punti.

Ma cosa accadrà negli ultimi giorni del 2014, quelli tra Natale e Capodanno? La statistica, a Wall Street, dice “toro”, cioè rialzo: da quando il Dow Jones è stato creato, nel lontano 1896, tra la chiusura del 23 dicembre e quella del 3 gennaio l'indice ha guadagnato in media l'1,7%, con il 77% delle sedute in rialzo. Più della metà dei guadagni medi messi a segno dal Dow nel mese di dicembre (pari al 3,3%), insomma, vengono messi in saccoccia nelle 6-7 sedute semifestive di fine anno.

E' vero che la stagionalità borsistica negli ultimi anni si è molto attenuata - come sottolinea l'ex presidente dell'Institute for Econometric Research, Norman Fosback - in particolar modo per le “large caps”, le azioni a grande capitalizzazione. Ma è anche vero che invece i mini-trend stagionali restano abbastanza affidabili per le “small caps”, le società più piccole: non a caso ieri l'indice di riferimento di questa taglia di azioni, il Russel 2000, ha messo a segno pure lui il suo bravo record. Anzi, sempre la statistica racconta che gennaio in generale è particolarmente favorevole alle “microcap” rispetto alle azioni a larga capitalizzazione.

L'ultima pillola statistica di fine anno sul Dow Jones? Se dal 1° dicembre fino a Natale il decano degli indici statunitensi guadagna terreno – come avvenuto quest'anno – proseguirà poi la sua corsa fino a Capodanno “solo” nel 70% dei casi, e con una performance dello 0,51%. Se invece il Dow dal 1° al 25 dicembre perde terreno, allora le probabilità di un finale d'anno “toro” aumentano al 90%, con una performance media che da fine Ottocento a oggi è di oltre il 2%, come spiega Mark Hulbert, columnist di Market Watch e grande masticatore di numeri. Con un'avvertenza fondamentale: le statistiche sono divertenti, ma i mercati sono fatti anche di eccezioni, “cigni neri” e previsioni andate storte. Che a fine anno fanno anche più male.

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