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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2014 alle ore 14:23.
L'ultima modifica è del 27 dicembre 2014 alle ore 20:33.

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Ali Agca (Ansa)Ali Agca (Ansa)

Ali Agca, il `lupo grigio´ che il 13 maggio 1981 attentò alla vita di papa Giovanni Paolo II, si è recato presso la tomba del Santo Padre in Vaticano per depositare dei fiori nel giorno del 31esimo anniversario del suo incontro con il pontefice a Rebibbia, avvenuto il 27 dicembre 1983.

A testimoniare lo storico evento c'erano le telecamere di Aki-Adnkronos International, che hanno intervistato e seguito Agca da Piazza San Pietro fino alla tomba di Giovanni Paolo, sulla quale il `lupo grigio´, visibilmente emozionato, ha depositato due mazzi di rose bianche. «Sono venuto oggi perché il 27 dicembre è il giorno del mio incontro con il Papa», ha affermato ad Aki Agca, che vive oggi vive a Istanbul.

«Sono ritornato nel luogo del miracolo. Qua fu compiuto il terzo segreto di Fatima. Io con l'attentato al Papa ho compiuto un miracolo», ha dichiarato Agca in un'intervista esclusiva in Piazza San Pietro, durante la quale ha spiegato di essere tornato a Roma «dopo 34 anni per gridare che siamo alla fine del mondo. La Madonna di Fatima ha annunciato la fine del mondo».

«Sono felicissimo di essere in piazza San Pietro, nel luogo del miracolo e del cristianesimo - ha concluso Agca - Viva Gesù Cristo, l'unico redentore dell'umanità». Agca è stato poi fermato dalla polizia italiana e al momento si trova al commissariato Cavour.

«Ingresso clandestino in Italia»
Alì Agca sarà espulso dall'Italia perchè i suoi documenti di soggiorno sono risultati irregolari, secondo quanto si apprende, e non conformi alla legge italiana dopo un controllo da parte della Questura di Roma. Secondo quanto si apprende, l'ex terrorista turco sarà trattenuto fino a lunedì quando gli sarà formalizzato il decreto di espulsione. Per Agca si opterebbe per un decreto di espulsione con accompagno alla frontiera.

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