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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2014 alle ore 08:13.

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La guerra degli hacker contro Sony il giorno di Natale ha registrato un altro attacco di pirateria e l’ennesima, curiosa coincidenza: mentre The interview, pellicola satirica di Sony Pictures su un complotto per assassinare il dittatore nordcoreano Kim Jong-un, veniva finalmente proiettata in 300 sale americane e distribuita su internet, i servizi online di Playstation e di Xbox sono andati completamente in tilt. La prima è prodotta da una divisione di Sony, la seconda è la piattaforma di Microsoft che qualche ora prima aveva messo in rete proprio il film maledetto. Non è certo, però, che esista una connessione e un movente politico. Anche Youtube, infatti, sta distribuendo il film senza alcuna conseguenza ed esiste un sito apposito, www.seetheinterview.com, per poterlo comodamente vedere a casa.

Ieri, a più di dodici ore dall’attacco, i servizi delle due popolari console, molto amate come strenne natalizie, erano ancora inattivi o limitati. Dietro alle incursioni di pirati informatici c’è una sigla già nota per un precedente episodio: Lizard Squad. Non è comunque provato che il nuovo atto di cyber-guerra sia davvero attribuibile al gruppo perché l’account Twitter con la rivendicazione è rimasto attivo soltanto giovedì e l’utente non ha risposto alle domande che gli sono state rivolte. Inoltre, i pirati hanno detto che avrebbero fermato l’hackeraggio se gli utilizzatori dei servizi avessero richiamato l’attenzione su di loro ritwittando il messaggio.

In comune con i precedenti attacchi, comunque, c’è il film firmato da Evan Goldberg e Seth Rogen. Negli Stati Uniti all’uscita, il giorno di Natale le sale che lo hanno proiettato, poche e di nicchia, hanno registrato il tutto esaurito e incassato un milione di dollari. Nel corso del week end la cifra potrebbe raddoppiare mentre la parte più cospicua di ricavi arriverà dalle vendite online.

Senza clamore, alla proiezione in un cinema di Los Angeles si sono presentati, a sorpresa, anche gli autori. Il film narra la storia di un conduttore di talk show e del suo produttore che ottengono un’intervista esclusiva con il dittatore nordcoreano. A questo punto entra in gioco la Cia che organizza l’omicidio del leader. La trama ha provocato una dura reazione della Corea del Nord e, a pochi giorni dalla sua distribuzione, un’incursione di pirateria nei computer della casa produttrice ad opera di un altro gruppo, i Guardiani della Pace. Il 24 novembre i cyiberladri hanno rubato tre terabyte di dati tra i quali mail imbarazzanti e la sceneggiatura del prossimo 007 Spectre.

Secondo i servizi statunitensi l’attacco sarebbe stato orchestrato dai nordcoreani ma Pyongyang ha respinto le accuse e minacciato durissime ritorsioni se Washington decidesse di punire il paese reinserendolo, come aveva ipotizzato Barack Obama, nella lista degli Stati sponsor del terrorismo.

Ieri Pyongyang è tornata all’offensiva mediatica chiedendo la «messa al bando mondiale» della pellicola. Lo ha fatto l’ambasciata nordcoreana a Mosca: «Il film è pericoloso, giustifica e incoraggia il terrorismo - si legge nel comunicato - fa anche propaganda a tecniche oltraggiose e malvagie per assassinare il leader di uno Stato sovrano». Un portavoce del ministero degli Esteri russo ha definito la richiesta «comprensibile» poiché il film è «aggressivamente scandaloso». Inizialmente in programmazione dal 29 gennaio 2015, l’uscita di The interview in Russia è stata rinviata a tempo indeterminato.

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LA VICENDA

Il film, le minacce, gli attacchi

A giugno Sony Pictures annuncia l’uscita del film The interview, prodotto dal colosso giapponese e distribuito dalla Columbia

Il film è una satira sul regime nordcoreano che racconta il rocambolesco omicidio del diattatore nordcoreano Kim Jong-un ad opera di due intrattenitori di talk show americani istruiti dalla Cia

Il 24 novembre scorso i pirati informatici “Guardiani della pace” realizzano una grave incursione nei computer di Sony rubando dati e mail imbarazzanti e minacciano attacchi terroristici nei cinema che proietteranno la pellicola

Sony Pictures blocca l’uscita del film suscitando polemiche roventi per aver fatto un passo indietro di fronte alle minacce. Barack Obama interviene per dire che è sbagliato cedere al ricatto

I servizi segreti americani sospettano che dietro ai cyberattacchi ci sia la Corea del Nord

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