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Questo articolo è stato pubblicato il 28 dicembre 2014 alle ore 14:49.
L'ultima modifica è del 29 dicembre 2014 alle ore 21:25.

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In una fase di delicata transizione istituzionale comunitaria (l'insediamento del nuovo Parlamento, la nomina della Commissione e del nuovo Presidente del Consiglio europeo) il nostro Paese - nel suo semestre di presidenza dell'Unione Europea - ha dato una svolta all'agenda comunitaria mettendo al centro della discussione la crescita e l'occupazione e quindi l'esigenza, poi ripresa dal Presidente Juncker, di un significativo programma di investimenti. Ha inoltre chiuso numerosi dossier che aumentano il grado di integrazione e di efficienza delle istituzioni comunitarie con decisioni che presto produrranno risultati concreti.

In Italia la posizione del Governo ha ed ha avuto come punto di partenza il riconoscimento dei problemi strutturali che si sono sedimentati nel Paese lungo due decenni di azione politica inadeguata, costellati di riforme mancate o non adeguatamente implementate. Cambiamenti annunciati, ma insufficienti per migliorare concretamente la vita delle persone, che hanno indebolito la credibilità del nostro Paese nella comunità internazionale e alimentato la sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni nazionali e comunitarie. In coerenza con questa presa di coscienza, il Governo ha messo in campo un'agenda di riforme senza precedenti, con un orizzonte temporale ampio per seguirle nella loro implementazione e per poterne verificare i risultati.

L'azione politica con la quale affrontiamo i problemi dell'Italia è l'altra faccia della medaglia dell'azione necessaria per migliorare l'Europa, per fare sì che l'Unione Europea sia strumento efficace per la soluzione dei problemi dei cittadini. Questa duplice azione non può basarsi sul risentimento, ma parte piuttosto dal riconoscimento dei nostri limiti e dalla affermazione delle nostre qualità. In questo senso ci stiamo impegnando a fondo per rimuovere il pregiudizio che caratterizza molti nostri interlocutori e affermare con forza i valori positivi che la nostra comunità nazionale sa esprimere.

Ma allo stesso tempo dobbiamo chiederci quali siano le condizioni per sviluppare noi stessi una maggiore capacità di influenza. Tra queste condizioni, oltre al completamento della ambiziosa ma necessaria agenda di riforme economiche, assume un ruolo essenziale l'agenda di riforme istituzionali. La continuità politico-istituzionale è condizione indispensabile per governare il Paese lungo una impegnativa stagione di cambiamento, per riconquistare credibilità al cospetto degli altri paesi europei, e quindi per proporre un'agenda di cambiamenti nella governance comunitaria con la necessaria autorevolezza.

Pier Carlo Padoan è ministro dell'Economia e delle Finanze

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