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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2014 alle ore 07:19.

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Fernando Rollo (ansa)Fernando Rollo (ansa)

Ha ancora gli occhi irritati dal fumo per le otto ore trascorse a bordo del traghetto Norman Atlantic in fiamme ma a pesargli di più è aver dovuto scegliere chi doveva salire prima in elicottero e lasciare così quel girone dell'inferno. Fernando Rollo è l'aereosoccorritore sceso tra i primi, da un elicottero dell'Aeronautica militare, per organizzare da bordo del traghetto i soccorsi.

E pensare che con i suoi 54 anni è a un passo dalla pensione. «Ma Renzi - scherza - non mi ci manda». «Appena arrivati sul luogo dell'incidente - racconta all’Ansa - la situazione ci è apparsa subito grave ma ancora sotto controllo». «Con il passare delle ore, le fiamme che aumentavano, il fumo nero che non dava tregua, l'acqua gettata dai rimorchiatori sulla nave e il buio che avanzava - aggiunge - i passeggeri del traghetto sono stati presi dal panico». «A quel punto - prosegue - è diventato difficile regolare la salita verso l'elicottero. Appena la cesta o il verricello calavano sul ponte il desiderio di scappare da quella trappola diventava più forte di tutto e mille mani assalivano l'imbracatura». «Si scavalcavano tra di loro, urlavano e si strappavano di mano la fune». «Per cercare di mettere in salvo, come si fa sempre, prima i bambini, le donne, gli anziani e i feriti - dice ancora Rollo - ho gridato e minacciato più volte di andarmene con l'elicottero e lasciarli lì». «Siamo preparati a questo tipo di soccorsi ma, diciamo, che quello di ieri è stato tra i più duri a cui ho partecipato». «La difficoltà - spiega - è stata anche quella di tenere il più possibile fermo l'elicottero, un HH139, che con il vento rischiava di far oscillare pericolosamente cesta e imbracatura mentre i naufraghi venivano issati a bordo».

Ad aspettarli in cabina c'erano il comandante Antonio Laneve e il secondo pilota Francesco Pastore. Con Rollo una vera squadra, orgogliosa di appartenere al 15° stormo dell'Aeronautica militare. «Appena i naufraghi arrivavano davanti all'apertura dell' elicottero - racconta Pastore - si arpionavano al maniglione e non c'era modo di staccarli. Era la salvezza e non volevano mollarla». «Il momento più drammatico - aggiunge il comandante Laneve - è quando la nave si è inclinata. Tutti hanno allora pensato di finire in mare e con quelle onde e il freddo non si sarebbe salvato nessuno. Da quel momento è stato il caos che, per fortuna, insieme alla preparazione degli uomini dell'Aeronautica, non ha preso il sopravvento».

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