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Grecia, Gran Bretagna, Spagna: i tre voti che fanno tremare Europa e mercati

Ad Atene e Madrid due partiti anti-sistema avanzano nei sondaggi e minacciano di provocare un terremoto nella politica europea. A Londra voto decisivo per capire se il futuro del Paese sarà dentro la Ue o fuori

2. Elezioni 2015 / Gran Bretagna

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Nigel Farage (Afp)

Il voto del 7 maggio in Gran Bretagna è uno dei più importanti del dopoguerra. In gioco c'è infatti la permanenza del Regno nell'Unione Europea e la sua coesione interna dopo il referendum di settembre sull'indipendenza della Scozia, che è fallito ma ha lasciato non poche scorie. I sondaggi vedono in leggero vantaggio i Laburisti di Ed Miliband sui Conservatori del premier uscente David Cameron. Terzo incomodo non è più il Partito liberaldemocratico ma lo Ukip del combattivo Nigel Farage, che fa dell'uscita dalla Ue la sua bandiera programmatica. Un’ipotesi ormai sul tavolo, se è vero che Cameron ha promesso in caso di vittoria di indire nel 2017 un referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell'Unione Europea dall’esito tutt’altro che scontato. Referendum che i Laburisti assolutamente non vogliono.

Di fronte a un bivio così drammatico, il mondo delle imprese e la City sono ovviamente in allarme. Il voto è talmente incerto che secondo il Financial Times finirà per dar vita a una grande coalizione tra Labour e Tories. Un governo di unità nazionale senza precedenti nel dopoguerra inglese, ma visto come unico argine alla doppia minaccia rappresentata dallo Ukip e dal Partito nazionalista scozzese.

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