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Questo articolo è stato pubblicato il 05 gennaio 2015 alle ore 18:06.
L'ultima modifica è del 06 gennaio 2015 alle ore 12:47.
Il petrolio continua imperterrito a cadere come un sasso. Il Wti consegna febbraio ha aggiornato i minimi da fine aprile 2009, toccando quota 48,49 dollari/barile; stesso movimento per il Brent (quotazioni del greggio in tempo reale). Incredibile ma vero, il prezzo di un barile di greggio Wti si è dimezzato in appena sei mesi. Ripiombando ai tempi della grande crisi seguita alla bancarotta di Lehman, quando l’economia mondiale era in recessione e i mercati in caduta.
In realtà, gli analisti da settimane davano per inevitabile il crollo della barriera psicologica dei 50 dollari. Le ragioni sono principalmente tre. Primo: l'aumento dell’offerta. Proprio oggi il ministro del petrolio iracheno ha annunciato che il Paese, il secondo per importanza dell'Opec, intende aumentare a livelli record le esportazioni di greggio in gennaio, mentre la Russia ha registrato per il mese di dicembre il livello più alto di produzione dai tempi dell'Unione Sovietica. A questo si aggiunge il rifiuto dei sauditi di un taglio. Seconda grande causa del crollo del barile: la stagnazione della domanda mondiale (dalla Cina a un’Eurozona dove pure la Germania bussa alle porte della deflazione, come hanno dimostrato i dati di oggi). Terzo motivo il dollaro forte, che colpisce tutte le commodities. Aggiungiamoci una bella botta speculativa, con meno scambi sui mercati e quindi più facilità nel muovere i prezzi, e il gioco è fatto.
Tutto questo prima o poi finirà. Presto o tardi anche il crollo del greggio troverà un suo “pavimento”, e magari un rimbalzone, come avvenne nel 2009. Più i prezzi cadono, infatti, più si penalizzano gli investimenti nella produzione e in prospettiva l’offerta, rafforzando le possibilità di un rimbalzo altrettanto violento delle quotazioni (anche se la rivoluzione shale oil ha un po’ rimescolato le carte). Il grande interrogativo però è: fino a dove può precipitare il barile? Dov’è il “pavimento”? Nel dicembre 2008, nel pieno del terremoto post Lehman, il greggio arrivò a 32 dollari. Speriamo non ripeta quella performance.
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