Dalla Francia alla Svezia crescono i movimenti anti-Islam: ecco la mappa
La strage nella sede di Charlie Hebdo a Parigi accentua i rischi di una deriva populista anti-islamica in Europa, particolarmente marcati in alcuni Paesi. A cominciare, naturalmente, dalla Francia stessa
4. Movimenti anti-Islam / Svezia: tolleranza addio
Il leader della destra svedese Jimmie Akesson
Tra Natale e Capodanno ben tre moschee sono state attaccate a colpi di molotov in Svezia, Paese con una storica tradizione di tolleranza e accoglienza, minata però dagli ultimi sviluppi sociopolitici. Sul fronte sociale, le difficoltà del generoso sistema di welfare (di cui, peraltro, negli ultimi anni è stato avviato un graduale smantellamento) hanno alimentato alcune perplessità sulle politiche migratorie. In prima linea a chiedere un ridimensionamento dei visti ci sono gli Svedesi Democratici, il partito di destra xenofoba di Jimmie Akesson, che alle ultime elezioni politiche ha sfiorato il 13% dei consensi, conquistandosi il ruolo di ago della bilancia nel panorama politico nazionale. Gli Svedesi Democratici chiedono di ridurre del 90% i permessi (Stoccolma ha il più alto numero di rifugiati pro capite nella Ue e stima 100mila nuovi arrivi quest'anno) e, anche se gli altri partiti e la maggioranza dei cittadini non condividono questa posizione, cresce il numero di quanti chiedono norme più rigide sull'immigrazione. L'accordo politico bipartisan raggiunto a Natale tra centrodestra e centrosinistra per emarginare la destra xenofoba rischia peraltro di ottenere un effetto boomerang, rafforzando il partito e le sue battaglie.
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