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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2015 alle ore 15:05.
L'ultima modifica è del 11 gennaio 2015 alle ore 18:36.

«Siamo qui per dare un messaggio di speranza: i nostri valori sono più forti delle loro minacce». Lo ha detto Matteo Renzi, alla fine del vertice delle 47 delegazioni all’Eliseo con il presidente François Hollande, prima di partecipare alla grande marcia di Parigi in memoria delle vittime degli attentati jihadisti. Renzi ha sfilato alla testa del corteo, proprio accanto a Hollande, Angela Merkel, David Cameron e Mariano Rajoy, insieme al capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini. Presenti anche gli ex premier Romano Prodi e Mario Monti.
Sicurezza, magari bastasse una legge
Renzi, che oggi compie 40 anni, ha ribadito: la risposta non è la paura. A chi gli domandava se l’Italia ha bisogno di una nuova legge sulla sicurezza, il presidente del Consiglio ha ricordato che «i killer sono cresciuti in Francia, hanno fatto calcio nelle società giovanili in Francia, sono andati a scuola in Francia e poi per motivi vari hanno scelto la strada del fanatismo e dell’estremismo. È chiaro - ha spiegato - che si fanno tutti gli sforzi possibili a livello legislativo, ma magari bastasse fare una legge. La sfida è più grande: la capacità di affermare valori più grandi dell’orrore».
L’Europa è molto più di un’unione economica
L’unico effetto collaterale positivo dei fatti di Parigi, ha sottolineato il premier, è che ci ricorda che «l’Europa è molto di più di un fattore solo economico: l’Europa sono 70 anni di
pace».
«Je suis Charlie, e anche ebreo ed europeo»
Ma ciò che parte da Parigi - ha rilevato Renzi - è prima di tutto «un sentimento di amicizia, solidarietà verso la Francia, verso le famiglie, verso chi fa il giornalista perché colpendo una redazione si è scelto di colpire un mestiere che è un mestiere di garanzia di libertà e democrazia, di amicizia verso i nostri fratelli ebrei colpiti duramente nell’agguato di venerdì». Lasciando l’Eliseo dopo aver partecipato alla manifestazione, il presidente del Consiglio ha ripetuto, in francese: «Nous sommes Charlie, nous sommes juifs et nous sommes europeen». «Noi siamo Charlie, ebrei ed europei».
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