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Questo articolo è stato pubblicato il 12 gennaio 2015 alle ore 14:52.
L'ultima modifica è del 12 gennaio 2015 alle ore 15:33.

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Sei un lavoratore specializzato o un professionista interessato a emigrare in Canada?

Dal 1° gennaio, con Express Entry/Entrée express, le domande d’immigrazione in Canada vengono elaborate in maniera più rapida e efficiente. Express Entry è, infatti, il nuovo sistema elettronico per la gestione delle domande e non un nuovo programma d’immigrazione.

La novità consiste nel fatto che d’ora in poi sarà data priorità – attraverso una banca dati – a quei candidati che, grazie alle proprie qualifiche professionali, esperienze lavorative e conoscenze linguistiche, hanno buone probabilità di avere successo in Canada. L’obiettivo è un sistema snello per evitare lunghe attese e premiare i migliori candidati, consentendo loro di ottenere un permesso di residenza permanente in Canada nell’arco di sei mesi al massimo.

Come funziona Express Entry

Una prima fase richiede la creazione di un profilo online e la registrazione alla Job Bank del Governo, a meno che il richiedente non possegga già un’offerta di lavoro in Canada o una convocazione da parte di una Provincia/Territorio. Il sistema creerà una rosa di nominativi dei candidati che soddisfano i requisiti minimi e assegnerà loro un punteggio. Nella seconda fase i candidati in cima alla classifica riceveranno un invito a perfezionare la domanda per la residenza permanente in Canada entro un termine di 60 giorni. Queste domande di residenza permanente saranno in seguito esaminate e processate in un arco di tempo inferiore ai sei mesi.

Prima di cimentarsi con la nuova procedura (evitando anche false illusioni) , un questionario online sul sito dell’Ambasciata canadese permette di scoprire subito se si hanno le potenzialità giuste per primeggiare con Express Entry. Per saperne di più Canada.ca/ExpressEntry.

Il ministro per l’Immigrazione, Chris Alexander, ha annunciato che il Canada accetterà, nel 2015, tra 260mila e 285mila immigrati, circa 20mila unità in più rispetto al 2014.

I limiti del «Temporary Foreign Workers Programme»

Il sistema è la diretta conseguenza del fallito «Temporary Foreign Worker Program» che era stato creato dal governo conservatore del primo ministro Stephen Harper per soddisfare le domande di manodopera del mercato del lavoro canadese.

Secondo i dati ufficiali del Dipartimento per l’Immigrazione canadese, mentre nel 2002 il Canada ha accettato circa 100mila lavoratori stranieri temporanei – per lo più in agricoltura e in aree remote del Paese – nel 2012 il loro numero era triplicato sino ad oltre 330mila, tra cui molti finiti nelle catene di fast food.

Lavoratori che non avevano diritto a un permesso di residenza permanente ma che facevano i mestieri che i canadesi rifiutavano. Per la gioia dei datori di lavoro che, di fatto, pagavano oltre il 15% in meno quelli provenienti dall’America Latina e dalle Filippine. Con un abbassamento dell’asticella dei diritti e dei salari per tutti. Abusi denunciati dai sindacati e pressioni della stampa, hanno indotto il governo di Ottawa a sospendere parte del programma “Temporary foreign workers” e a sostenere una immigrazione qualificata e «capace di contribuire – ha concluso il ministro per l’Immigrazione Alexander – allo sviluppo del Paese in un’ottica di medio-lungo periodo».

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