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Questo articolo è stato pubblicato il 13 gennaio 2015 alle ore 20:09.
L'ultima modifica è del 13 gennaio 2015 alle ore 20:15.

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Sono triplicati gli arrivi di migranti in Italia nel 2014 rispetto al dato complessivo del biennio 2012-2013, arrivando a contare 170.081 persone (sono stati 56.192 nei due anni precedenti) mentre è allarme, come ha riferito il ministro dell'Interno Angelino Alfano, per 3.707 minori non accompagnati scomparsi dai centri di accoglienza del nostro Paese. Il dato sugli arrivi, innalzatisi a causa delle migrazioni forzate, è stato diffuso oggi dalla Fondazione Migrantes in occasione della Giornata mondiale del migrante e del Rifugiato.

Secondo Migrantes «non c'è nessuna invasione» come «alcuni in maniera sciocca hanno più volte ripetuto». Al primo gennaio 2015, infatti, ha spiegato il direttore monsignor Giancarlo Perego, «le persone accolte e rimaste nelle diverse strutture di prima e seconda accoglienza sono poco meno di 66.000, cioè poco più di un terzo».

L'Italia «per molte persone, in particolare siriani e palestinesi, è stata terra di passaggio per raggiungere famiglie e comunità in altri paesi europei». La Fondazione ha anche messo sotto accusa le gravissime «carenze nell'accoglienza dei minori soprattutto nelle famiglie» ma anche nei centri proprio nel momento in cui il ministro Alfano, riferendo a una seduta della commissione antimafia della Sicilia a Palermo, lanciava l'allarme per 3.707 migranti minori scomparsi dai centri di accoglienza in Italia su 14.243 registrati a seguito degli sbarchi nelle nostre coste.

Alfano ha citato dati del ministero del Lavoro, aggiornati al 31 dicembre del 2014. Solo in Sicilia i minori stranieri non accompagnati scomparsi dai centri sono 1.882 su 4.628 registrati. «Abbiamo siglato lo scorso luglio un accordo con Regioni e comuni per dare maggiore efficienza al sistema», ha spiegato Alfano mentre «al ministero dell'Interno è stata istituita una specifica unità di missione, perché il tema dei minori ha un profilo di sicurezza: vogliamo che non entrino nel circuito dell'illegalità, a partire dalla prostituzione».

Intanto, dopo i fatti di Parigi, sia il presidente di Migrantes e vescovo di Agrigento - la diocesi cui fa capo Lampedusa - il cardinale designato Francesco Montenegro sia il direttore Perego si sono detti assolutamente contrari ad ogni ipotesi di modifica del Trattato di Schengen, che sarebbe «una follia, economica e sociale».

Cresce, invece, il timore, ha aggiunto Montenegro, di ripercussioni sull'immigrazione «anche perché si sta portando avanti una politica della paura che fa comodo a chi gioca con l'immigrazione per i propri interessi». Critica poi rimane Migrantes sul passaggio da Mare Nostrum alla nuova operazione europea Frontex, definito «un indebolimento». L'urgenza delle migrazioni forzate, si sottolinea infatti, chiede all'Europa «uno sforzo maggiore non per presidiare le frontiere, ma per superarle a tutela della dignità della persona umana». (ANSA).

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