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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2015 alle ore 11:12.
L'ultima modifica è del 14 gennaio 2015 alle ore 17:41.

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Per una volta Moody's fa il pompiere nelle crisi dell'Eurozona. Almeno a metà. Per l'agenzia di rating americana rimane infatti relativamente improbabile l'uscita di Atene dal club dei diciannove paesi (tali sono diventati dal 1° gennaio con l'ingresso della Lituania) che usano l'euro anche in caso di vittoria della sinistra radicale di Syriza.

«Le recenti turbolenze politiche in Grecia e le elezioni anticipate greche previste il 25 gennaio hanno aumentato il rischio di un'uscita della Grecia dalla area dell'euro; tuttavia la probabilità' di un'uscita della Grecia è più bassa rispetto al 2012, picco della crisi e rimane relativamente improbabile». È l'opinione di un report fresco di stampa di Moody's Investor Service secondo cui ci potrebbero essere implicazioni negative di credito per altri Paesi membri della moneta unica europea ma il rischio contagio è inferiore rispetto al 2012 quando la moneta unica vacillò sulle incertezze del Partenone.

Le elezioni anticipate in Grecia si terranno il 25 gennaio, ricorda Moody's nel rapporto contestualizzando i rischi di uscita del Paese dall'euro legati al buon posizionamento nei sondaggi del partito anti-austerity Syriza guidato da Alexis Tsipras. «Qualunque uscita dalla moneta unica sarebbe un momento determinante per l'euro: mostrerebbe che l'unione monetaria è divisibile, non irreversibile» spiega Colin Ellis, storico autore dei report sull'area euro. «Tuttavia - prosegue Ellis - anche se l'uscita della Grecia oggi potrebbe probabilmente innescare una nuova recessione nel resto della zona euro, l'impatto di credito sarebbe meno pronunciato che nel 2012 perché il rischio contagio da un'uscita della Grecia dall'euro è più basso e i politici ormai si sono dotati di strumenti più forti per limitare i danni da un tale evento».

Secondo Moody's, comunque, i politici europei potrebbero utilizzare i loro poteri più forti per affrontare ulteriori sfide nel medio periodo: «Ci sono altri Paesi dell'area euro che hanno un alto debito e alti tassi di disoccupazione e devono fronteggiare i rischi di deboli prospettive economiche e deflazione». Da segnalare inoltre che oggi è arrivato il premier spagnolo Mariano Rajoy a Atene per un sostegno politico al premier greco Antonis Samaras.

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