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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2015 alle ore 09:24.
L'ultima modifica è del 14 gennaio 2015 alle ore 13:51.
La presidente della Camera, Laura Boldrini, dovrà procedere entro 15 giorni alla convocazione della platea che eleggerà il nuovo Capo dello Stato. Platea composta dai 630 deputati, dai 315 senatori più i 5 senatori a vita (Carlo Azeglio Ciampi, Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia, e, ovviamente, Giorgio Napolitano), i 58 delegati delle Regioni (tre per ogni Regione tranne la Val d'Aosta che ne indica uno solo). Il totale 'nominale' degli elettori del prossimo inquilino al Colle sarà dunque 1009. Dal computo vanno però sottratti i due presidenti delle Camere che per prassi non votano. Ecco allora che gli elettori effettivi scendono a 1007.
Scrutinio segreto e grandi elettori
L'elezione del Presidente della Repubblica, prescrive la Costituzione, ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta. Numeri alla mano il Pd può contare su 446 voti, Forza Italia su 143, i grillini su 137 (mentre sono 26 i fuoriusciti dal movimento che voteranno per il capo dello Stato). E ancora 70 sono i voti di Area Popolare (Ncd e Udc); 13 quelli del gruppo Per l’Italia - Centro democratico; 39 quelli della Lega; 32 quelli di Scelta Civica; 34 quelli di Sel; 15 di Gal (ai quali vanno aggiunti 2 Popolari per l’Italia alla Camera); 9 di Fratelli d'Italia. La situazione è leggermente modificata rispetto al momento della rielezione di Napolitano perchè sono variati gli equilibri nei 58 delegati regionali dopo le ultime elezioni amministrative. In questa tornata sono 34 i grandi elettori di centrosinistra, 21 del centrodestra e 3 autonomisti. Al Pd basterebbero sulla carta 59 voti dal quarto scrutinio in poi per eleggere a maggioranza assoluta il nuovo capo dello Stato.
Quorum variabile
Nei primi tre scrutini è richiesta la maggioranza dei due terzi dell'Assemblea (pari a 672 voti) mentre dal quarto si scende a 505, ovvero la maggioranza assoluta. È a questa votazione che guarda Matteo Renzi che punta a eleggere il nuovo presidente con l'ausilio di Forza Italia. Per siglare un'intesa è probabile che a ridosso delle votazioni chiave Renzi torni a incontrare Silvio Berlusconi.
Prima votazione il 29 gennaio alle 15
Il Parlamento è stato convocato in seduta comune a Montecitorio il 29 gennaio alle 15 per la prima votazione del nuovo capo dello Stato. Se non si raggiungesse il quorum, il 30 gennaio si potrebbero svolgere i successivi due voti. E se anche questi due voti non fossero decisivi (se ci fosse la pausa del week end), il 2 febbraio potrebbe essere il giorno della quarta votazione, quella utile ad eleggere con la maggioranza assoluta di 505 voti il nuovo Presidente.
La direzione Pd
Venerdì Renzi ha convocato la direzione del Pd nella quale lancerà il primo appello all'unità del partito, indicherà il metodo per cercare di eleggere al quarto scrutinio il Capo dello Stato e darà i primi elementi del profilo a suo avviso ideale.
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