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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2015 alle ore 17:30.

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«Quello che sta succedendo a Roma non è un'immagine particolarmente bella, ma vuol dire anche che il sistema della repressione in qualche modo ha funzionato e che i fatti stanno emergendo e si stanno scoprendo». Lo ha detto Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, parlando ai microfoni di Radio Radio a margine di un convegno contro la corruzione nella pubblica amministrazione organizzato dalla Luiss Guido Carli di Roma.

Inserire meccanismi di prevenzione
Cantone ha dichiarato che «per debellare definitivamente il fenomeno manca molto, il problema è quello di provare a inserire meccanismi di prevenzione che siano duraturi nel tempo: non c'è bisogno di interventi tampone, c'è bisogno di una prevenzione che duri nel tempo. Forse questa paga un po' meno dal punto di vista dei risultati immediati, ma può pagare dal punto di vista dei risultati lunghi». Prevenzione, ma anche punizioni esemplari: «A chi è stato condannato per fatti di corruzione - ha concluso il presidente dell'Anac- io credo sarebbe opportuno precludere cariche pubbliche». E alle voci che lo indicano nella rosa dei candidati per la presidenza della Repubblica risponde: «Non sono interessato» . Incalzato dai giornalisti alla domanda “giura che non lo farà mai?” risponde: «Mica dipende da me ».

Marcegaglia: meno corruzione significa più crescita e maggiore occupazione
«Per una efficace lotta alla corruzione - ha detto la presidente della Luiss Emma Marcegaglia, a margine del convegno sull'anticorruzione - serve lavorare sulla prevenzione ma anche semplificare e soprattutto cambiare la mentalità. Bisogna far passare il concetto che la corruzione non è un male necessario, ma un fenomeno che, con le armi giuste, si può contrastare». Per Marcegaglia deve essere chiara la relazione che esiste fra il tasso di corruzione e il danno che ne deriva all'economia: «Meno corruzione significa avere più crescita nell'economia e maggiore occupazione».

Csc Confindustria: se l’Italia fosse a livello Francia: + 300 mld
Se l'Italia riducesse la corruzione al livello della Spagna potrebbe avere una crescita del prodotto interno lordo maggiore di 0,6 punti percentuali. Sono i dati del Centro Studi di Confindustria citati dal presidente della Luiss, Emma Marcegaglia, nel corso del convegno. Il Csc stima che un punto in meno nell'indice Control of Corruption corrisponde a un tasso di crescita annuo del Pil procapite di 0,8 punti percentuali. Non solo, ma se con Mani pulite l'Italia avesse ridotto la corruzione al livello della Francia il Pil negli anni fino al 2014 sarebbe stato di quasi 300 miliardi di euro superiore (circa 5 mila euro a persona in piu').
La corruzione, ha detto Marcegaglia, «è un fenomeno che pesa sempre di più sulla crescita e sulle nostre imprese. È impensabile che l'Italia sia più indietro in termini di crescita di altri paesi, anche più poveri».

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