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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2015 alle ore 15:35.
L'ultima modifica è del 17 gennaio 2015 alle ore 19:31.

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Sergio Cofferati (Ansa)Sergio Cofferati (Ansa)

Guerini: scelta sbagliata
«Pur rispettando la sua scelta la trovo sbagliata proprio nel momento in cui il Pd deve affrontare sfide sul fronte nazionale, come la scelta del presidente della Repubblica, e sul fronte locale con le elezioni regionali. Questo è il momento della responsabilità e a favore della comunità. Chiedo a Sergio se questa scelta va in questa direzione». Questo il commento di Lorenzo Guerini. «Lo dico con i sentimenti di rispetto che ci sono tra noi, ma credo che questa domanda sia giusto farsela. Chiedo di considerare quali siano gli effetti della sua scelta, se siano positivi o no per il Pd». Guerini dice di prendere atto della scelta di Cofferati, ma non condividerla. Cofferati lamenta, oltre alle irregolarità, il fatto che da Roma siano giunti segnali a favore di una alleanza anche con il centrodestra, ma Guerini respinge questa accusa. «Sulle primarie l'atteggiamento della segreteria nazionale è un atteggiamento di neutralità - afferma -, non siamo entrati nella campagna ligure».

Cuperlo: uscita Cofferati è una ferita
«L'uscita di Sergio Cofferati dal Pd è una ferita per chiunque abbia creduto con passione alla costruzione di una grande forza della sinistra. Lo per la storia e la biografia di Sergio. Lo è doppiamente per le ragioni che la motivano. È sbagliato e offensivo liquidare la decisione di Cofferati come una reazione stizzita all'esito delle primarie in Liguria. E farebbero bene i vertici del mio partito a tacitare reazioni improntate a questo tenore. Sergio lascia il Pd denunciando pratiche e inquinamenti che hanno alterato non il risultato di alcuni seggi ma la natura di uno strumento di partecipazione e decisione come le primarie», ha commentato Gianni Cuperlo, anima della sinistra del Pd.

Serracchiani: non si sta nel partito solo se si vince
«Non si può fare parte di una comunità politica dicendo se vinco resto, se perdo me ne vado. Tra l'altro è grazie ai voti del partito democratico che ora siede in uno scranno importante come quello dell'euro parlamento», ha commentato il vice segretario del Pd, Debora Serracchiani. «Sono personalmente dispiaciuta - ha aggiunto Serracchiani - . Devo però sottolineare che è stato fatto un lavoro serio e attento da parte della commissione di garanzia, presieduta da un ex giudice costituzionale. Sappiamo che sono state esaminati tutti i voti e ne sono stati annullati 4mila, tra l'altro sia a Raffaella Paita sia a Cofferati».

Marcucci: inaccettabile perdere e portare via il pallone
«Il Pd è un partito aperto, tollerante e con regole condivise. Se si fanno le primarie, il risultato poi va rispettato, soprattutto dopo la verifica degli organi di garanzia. Non è accettabile che se uno perde, poi si porti via il pallone e mandi a quel paese tutta la squadra», ha commentato il senatore del Pd Andrea Marcucci.

Carbone gli dedica una canzone: «Bisogna saper perdere»
Intanto su Twitter Ernesto Carbone, deputato e membro della segreteria Pd, dedica su Twitter a Sergio Cofferati, pochi minuti dopo l'annuncio dell'addio al Partito democratico twitta: «Bisogna saper perdere». Con la pubblicazione del brano, cantato dalla band famosa negli anni '60 The Rokes, Carbone allude al fatto che Cofferati lascia il partito dopo aver perso le primarie in Liguria.

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