Legge di stabilità promossa dall’Unione Europea nell’atteso giudizio arrivato oggi. La Commissione ha deciso infatti di non aprire una procedura per deficit eccessivo contro l’Italia dopo l’analisi della manovra d’autunno. Secondo quanto si legge nel documento presentato dal commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, il nostro Paese non rispetta la regola del debito ma gli sono riconosciuti fattori rilevanti che fanno propendere per il via libera di Bruxelles, come prevede l’articolo 126 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Nessuna procedura anche per Francia e Finlandia, gli altri due Paesi sotto osservazione sul deficit.
L’Italia resta però nella categoria dei «sorvegliati speciali» per squilibri macroeconomici, dove si trova dal 2014. Tuttavia la pagella italiana non peggiora, a differenza di quelle di Francia, Germania e Bulgaria.
Moscovici, nel presentare le decisioni della Commissione nell’ambito del semestre europeo di bilancio, ha voluto lanciare un messaggio di flessibilità e di comprensione per gli sforzi già chiesti all’Italia e ad altri Paesi.«L’applicazione rigida della regola del debito - ha detto - avrebbe richiesto una correzione troppo brutale, avrebbe messo l’Italia in una situazione economica insostenibile». Il riferimento è al Six Pack, il regolamento del novembre 2011 che stabilisce che gli Stati il cui debito supera il 60% del Pil dovranno adottare impegnative misure per ridurlo di un ventesimo all’anno.
«Nel caso della Francia, dell'Italia e del Belgio», i tre Paesi sotto osservazione sui conti pubblici, «è cruciale la piena attuazione delle riforme strutturali in atto e in programma», sottolinea la Commissione. Quanto alla Francia, avrà due anni di tempo, fino al 2017, per riportare il rapporto fra deficit e Pil sotto il 3 per cento. Lo sforzo di correzione strutturale richiesto alla Francia sarà nel 2015 dello 0,5%, un obiettivo condiviso dal governo francese. La Francia è comunque sorvegliata speciale: il suo percorso di risanamento dei conti sarà monitorato regolarmente, a partire da un primo esame in maggio.
Anche la Germania, ha detto Moscovici, è in una situazione di «squilibrio tale da richiedere un monitoraggio e un deciso intervento» in grado di correggere tale squilibrio, un chiaro riferimento all’eccessivo surplus con l’estero del Paese. La sua “pagella” peggiora di un gradino a causa degli «insufficienti investimenti privati e pubblici che rappresentano un freno alla crescita e contribuiscono al surplus molto alto delle partite correnti. La necessità di un intervento è particolarmente importante a causa delle dimensioni del surplus e degli effetti negativi per l’unione economica e monetaria».
La Ue entra anche nel merito delle singole riforme adottata dal Governo italiano. «Il Jobs Act - è scritto nel documento della Commissione - ha fatto decisivi cambiamenti nella legislazione di protezione del lavoro e nei benefici per la disoccupazione per migliorare l’entrata e l’uscita dal mercato del lavoro». (G.Me.)
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