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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2015 alle ore 15:44.
TOKYO- Rischia di concludersi nel peggiore dei modi il viaggio di sei giorni in Medio Oriente (tra Egitto, Giordania, Israele e Palestina) del premier giapponese Shinzo Abe: l'Isis chiede un riscatto di 200 milioni di dollari entro 72 ore, altrimenti decapiterà due ostaggi giapponesi.
In un video indirizzato al premier e al popolo giapponese, un uomo in nero - in inglese e con accento britannico, - apostrofa direttamente Abe e dice: sei venuto qui a partecipare alla crociata contro di noi, anche se il Giappone dista 8.500 chilometri; uccideremo questi due uomini se entro 72 ore non pagherai un riscatto di 100 milioni a testa. L'uomo, dal volto coperto ma fattezze simile a quelle del militante dello Stato islamico apparso in altri video, brandisce un coltello sopra la testa di due muti ostaggi in tunica arancione. Uno è stato identificato come Kenji Goto, uno stimato reporter freelance di 47 anni vincitore di vari premi giornalistici ; l'altro è Haruna Yukawa, 43 anni, che si era autodefinito responsabile di una società di sicurezza.
Sabato scorso, al Cairo, Abe aveva promesso 200 milioni di dollari di aiuti non militari per i Paesi sotto la pressione dell'Isis – per lo più da destinare al'assistenza ai rifugiati - nel quadro di un pacchetto complessivo da 2,5 miliardi di aiuti per lo sviluppo e la stabilizzazione dell'area. Da Gerusalemme il premier ha espresso tutta la sua indignazione, ha confermato gli aiuti umanitari e affermato che farà il possibile per risolvere la crisi. Dichiarazioni analoghe ha rilasciato a Tokyo il capo di gabinetto Yoshihide Suga, il quale ha sottolineato che “non c'è alcun cambiamento nella nostra politica di contributo alla lotta della comunità internazionale contro il terrorismo” .
Entrambi non hanno detto nulla sull'eventuale pagamento di un riscatto. Non è un mistero che in passato il Giappone abbia ceduto a ricatti terroristici, ma la stessa entità della cifra richiesta e i tempi ristretti rendono oggi l'ipotesi piuttosto remota. Del resto, per limitazioni costituzionali Tokyo non può utilizzare la forza all'estero, neanche per cercare di liberare cittadini tenuto in ostaggio. Così c'è chi teme che il premier possa decidere nel prossimo futuro di accelerare su alcune riforme controverse, da un ampliamento della possibilità di ricorrere alla cosiddetta difesa collettiva a modifiche costituzionali. Il premier non ha modificato la sostanza del suo programma e oggi pomeriggio si è recato a Ramallah a deporre fiori sulla tomba di Yasser Arafat. Per Abe è la seconda crisi di ostaggi, dopo quella di due anni fa in Algeria che costò la vita anche a 10 cittadini giapponesi. Per lo stato islamico si tratta della prima richiesta ufficiale di riscatto.
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