Il Sole 24 Ore
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22 gennaio 2015

@AstroSamantha agli studenti: rimarrei nello spazio anche per più tempo

di Nicoletta Cottone


«Se mi lascia nello spazio resto anche di più». Samantha Cristoforetti, la prima astronauta donna italiana nello spazio, ha risposto così al presidente dell’Asi, Roberto Battiston, nel corso della seconda inflight call a 60 giorni dall'inizio della missione Futura dell'Asi. L'astronauta italiana,che resterà in orbita per altri 4 mesi, in collegamento dalla Stazione spaziale internazionale, ha risposto per 20 minuti alle domande degli studenti di scuole e università italiane. Oltre duecento i ragazzi presenti nella sede dell’Agenzia spaziale italiana a Roma, con Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Elena Grifoni-Winters, Head of the Coordination Office, Directorate of human spaceflight and operations dell’Agenzia Spaziale Europea e il generale Claudio Salerno, Capo Ufficio Generale per la Comunicazione dell’Aeronautica Militare.

Mi sento un po’ extraterrestre
«Mi sento extraterrestre in questo avamposto dell'umanità nello spazio», ha detto Sam riferendosi alla Stazione Spaziale Internazionale. Questa grande casa-laboratorio in orbita, ha aggiunto, «è una struttura molto complessa, ma ormai mi sono ambientata e credo di essere diventata efficiente nel lavoro. È un'esperienza eccezionale che mi dà una grande gioia». Samantha Cristoforetti è perfettamente ambientata dopo 60 giorni in orbita per la missione Futura, la seconda missione di lunga durata dell'Agenzia Spaziale Italiana.

La colonizzazione di Marte? Non è alle porte
Rispondendo a una domanda sulla possibilità di una futura colonizzazione di Marte, Samantha ha detto che «bisogna essere realisti e non illudersi. La colonizzazione di Marte non è alle porte. Prima della colonizzazione di Marte ci saranno missioni esplorative. È anche vero che si lavora per quell’obiettivo, per mettere piede su un pianeta che non sia il nostro nel nostro sistema solare. E tutto quello che facciamo a bordo della stazione spaziale e nella ricercaci permette di sviluppare quelle conoscenze e quelle tecnologie che un giorno ci consentiranno di fare quel passo. Che non è domani, ma che nel medio termine sarà possibile. Sono ottimista».

Sulla Iss fondamentale la cooperazione internazionale
@AstroSamantha ha sottolineato l’importanza della cooperazione internazionale. «Siamo capaci sulla Iss di lavorare insieme americani, russi, europei, giapponesi e canadesi in maniera efficace, supportando operazioni complesse, lavorando con team in tutto il mondo. Le capacità acquisite sono una grande eredità che ci lascerà la Stazione spaziale». Una struttura complessa che funziona da dieci anni «in maniera copntinuativa».

La Terra è un’astronave da salvare
Poi la Terra: «Siamo tutti su questa astronave, che è la Terra, ed è l'unica che abbiamo. La dobbiamo mantenere in buon funzionamento - ha detto nel corso della inflight call con studenti liceali e universitari - se abbiamo fatto dei danni dobbiamo avere intelligenza e saggezza, e sono certa che le avremo, per riparare tutti i danni fatti». Quello che serve è fare «manutenzione preventiva», prosegue l'astronauta, per «mantenere in forma questa astronave Terra che ci contiene tutti e che ci porta in questo viaggio attraverso l'Universo».

Domande dai ritmi circadiani agli esperimenti a bordo
Rispondendo alle domande degli studenti, Samantha ha parlato degli esperimenti scientifici che si fanno a bordo della Iss. Ha raccontato del suo mestiere nel quale si deve aver fiducia nel team con il quale si lavora. Con l’occasione ha parlato dell’esperienza dell’allarme ammoniaca sulla Stazione spaziale (allarme poi rientrato) e della fiducia sulla Iss nei colleghi. «Quando è suonato l'allarme di emergenza che segnalava una possibile fuoriuscita di ammoniaca mi sono fidata dei miei colleghi. Ti devi fidare del collega che chiude il portellone, del collega che ti dice di togliere la maschera perchè non c'è ammoniaca. Ti devi fidare del tuo equipaggio, composto comunque da tutte persone altamente addestrate», ha aggiunto Cristoforetti. «Siamo tutti preparati ad affrontare le situazioni che si presentano». Si è anche parlato dell’adattamento dei ritmi circadiani dell’astronauta alla vita nello spazio, dell’ordine-disordine sulla Iss dove basta una telefonata al centro di Houston per trovare l’oggetto cercato.

È sulla stazione spaziale dal 23 novembre
Samantha Cristoforetti, protagonista della seconda missione di lunga durata dell'Agenzia Spaziale Italiana, è la prima donna italiana ad andare nello spazio e la quinta italiana ad abitare la Stazione Spaziale Internazionale. Samantha è partita per la Stazione spaziale internazionale il 23 novembre alle 22:01 dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, a bordo della navetta russa Soyuz TMA-15M, insieme al comandante russo Anton Shkaplerov e l'americano Terry Virts.



22 gennaio 2015