Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2015 alle ore 17:30.

Un programma di lavoro entro luglio, in modo da delineare finalmente la chiusura dell'ormai lunghissimo Doha Round sulla liberalizzazione dei commerci. È quanto è emerso dalla riunione di ministri e rappresentanti di Paesi dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), tenutasi oggi a margine del Forum economico mondiale di Davos.
Alla riunione hanno partecipato 21 Paesi, tra cui Stati Uniti, Cina, Russia, Brasile, Giappone, Sudafrica, Indonesia, Messico, Egitto. I paesi della Ue erano rappresentati dal commissario europeo Cecilia Malmström. La regia dell'incontro è stata del ministro svizzero dell'Economia, Johann Schneider-Ammann, che al termine ha espresso ottimismo sulla possibilità di riprendere la tessitura della tela del Doha Round, pur non nascondendo le difficoltà del cammino. L'appuntamento cruciale ora è quello di fine anno, cioè la Conferenza ministeriale Wto che si terrà in dicembre a Nairobi, in Kenya.
Dopo la Conferenza di fine 2013 a Bali, in Indonesia, durante la quale furono fatti alcuni passi avanti ma ancora non si riuscì a chiudere il Doha Round, l'obiettivo adesso è arrivare ad un avanzamento decisivo in vista di Nairobi. Oggetto dei lavori nei prossimi mesi saranno i punti rimasti in sospeso dalla Conferenza di Bali, legati all'agricoltura, ma anche ai prodotti industriali e ai servizi.
Roberto Azevedo, direttore generale Wto, era presente alla riunione di Davos ed ha sottolineato l'importanza delle due scadenze, quella di luglio per il programma di lavoro sugli ultimi temi del Doha Round e quella di dicembre con la Conferenza di Nairobi. «Ora – ha detto Azevedo - dobbiamo entrare nei dettagli, lo abbiamo già fatto nelle riunioni tenute a Ginevra ma dobbiamo farlo ancora di più nei prossimi mesi». Parte dunque il nuovo tentativo di chiudere quel Doha Round ch si trascina da molti anni. Nella diplomazia del commercio mondiale resta decisivo cercare di mediare tra gli interessi dei Paesi sviluppati e quelli dei Paesi in via di sviluppo e da questo punto di vista non è casuale il riferimento, nella dichiarazione finale di questa riunione di Davos, anche all'attenzione da dare «ai temi importanti per i Paesi meno sviluppati».
©RIPRODUZIONE RISERVATA