Un anno fa, in occasione del 20° Congresso Assiom Forex, Il Sole 24 Ore Radiocor aveva realizzato un sondaggio, chiedendo ai soci dell’associazione di fare delle previsioni sull’andamento macroeconomico dell’area euro. A un anno di di distanza, ecco la verifica delle previsioni.
Le Borse: ottimismo eccessivo
Il 51% dei 369 operatori aveva previsto che i listini azionari europei sarebbero cresciuti, nel primo semestre del 2014, con un guadagno compreso tra il 5 e il 10%, mentre il 41% era più prudente e puntava su una situazione sostanzialmente stabile. In questo caso la previsione della maggioranza degli intervistati è stata troppo ottimista, se si considerano le borse di Londra, che nel periodo di riferimento ha fatto segnare un -0,26%, Francoforte (+2,94%) e Atene (+4,44%). Mentre è arrivata una conferma dai risultati delle piazze di Madrid e Milano, che nel primo semestre del 2014 hanno guadagnato, rispettivamente, il 10,15 e il 12,21%.
La crescita nell'area euro: stime azzeccate
Per il 31% degli intervistati il Pil 2014 dell’area euro sarebbe cresciuto meno dello 0,5%, contro il 69% che metteva in conto un dato di poco superiore. La maggioranza degli intervistati ha visto bene, dal momento che il Prodotto interno lordo dell’Eurozona nel 2014 dovrebbe far segnare, secondo le stime più aggiornate della Bce, un +0,8%.
Il test fondamentale sulle dinamiche del credito
Alla domanda «quali fattori influiranno sulla dinamica del credito», il 41% aveva risposto «asset quality review» e «stress test delle banche». Però la maggioranza, ben il 59%, puntava il dito sull’offerta di credito, indicando tra le cause rispettivamente la ridotta crescita economica (38%) e la sfiducia delle imprese (21%). Tutti fattori fortemente interconnessi, che nel corso del 2014 hanno effettivamente condizionato le dinamiche del credito.
Il credito alle imprese: pessimisti realisti
Più in generale, il panel si era diviso perfettamente alla pari (50-50%), tra chi si attendeva una ripresa, e chi no, del mercato del credito italiano per il 2014. In questo caso, i più ottimisti hanno dovuto fare i conti con la realtà. A confermare la non-ripartenza del mercato del credito alle imprese, l’esito delle aste di T-Ltro, promosse dalla Bce per rifornire le banche di nuova liquidità da prestare alle imprese, che sono andate quasi deserte, con la domanda delle banche che è stata di gran lunga inferiore rispetto alla disponibilità. Questo nonostante i tassi di riferimento prossimi allo zero e la penalizzazione dello 0,20% a carico degli gli istituti di credito per la quota di depositi bancari che supera la riserva obbligatoria.
La crescita in Italia: «Aspettando Godot»
Per il 47% degli intervistati il Pil italiano nel 2014 sarebbe cresciuto meno dello 0,5%. La maggioranza (53%) aveva messo in conto una crescita superiore. Ma come sappiamo si è dovuta ricredere.
Lo spread BTp-Bund: più giù del previsto
L’ultima domanda riguardava lo spread BTp-Bund a dieci anni: la maggior parte degli intervistati (73%) scommetteva su un differenziale tra il decennale italiano e il corrispondente titolo tedesco sotto quota 200 punti base. Una convinzione che si è dimostrata fin troppo prudente, dal momento che per tutto il 2014 lo spread ha oscillato in area 150, con picchi al ribasso come quello del 5 dicembre, quando il differenziale chiuse a quota 118 punti base.
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