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Se il «Club Med» si allea con Berlino

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Se il «Club Med» si allea con Berlino

  • –Beda Romano

BRUXELLES

Il giudizio che l’estabishment europeo dovrà dare alle promesse di riforme della Grecia è solo un passaggio nel prossimo iter negoziale. Superato questo stadio, entro aprile, Atene dovrà trovare un accordo sul completamento del memorandum di aggiustamento; e fare i conti con la Germania o l’Olanda, Paesi rigorosi in termini di finanze pubbliche, ma anche con la Spagna o il Portogallo. La crisi greca ha scombussolato le idées reçues della politica europea.

«L’Eurogruppo di venerdì è stato principalmente dedicato alla necessità di convincere la Germania e la Spagna dell’urgenza di concedere una estensione al programma greco», spiega un funzionario comunitario. Il vertice straordinario ha portato a un sofferto accordo preliminare tra la Grecia e i suoi partner che hanno concesso ad Atene quattro mesi per completare il programma di aggiustamento, in cambio di una lista di riforme.

Oltre all’estensione del programma, in scadenza a fine mese, l’accordo di venerdì prevede che la lista delle riforme venga dettagliata e precisata in negoziati tra le parti che devono essere conclusi entro aprile. Dal successo delle trattative dipende il versamento di una ultima tranche di aiuti da 7,2 miliardi di euro, oltre che probabilmente un sostegno alle ricapitalizzazioni bancarie e un rimpatrio dei profitti generati dalla gestione del debito pubblico da parte della Banca centrale europea.

Il governo Rajoy non vuole fare favori alla Grecia. Prima di tutto, perché il Paese si è impegnato nei prestiti alla Grecia per 26 miliardi di euro. Come qualsiasi altro creditore, non vuole mettere a rischio il denaro dei suoi contribuenti. In secondo luogo, ha imposto agli spagnoli misure impopolari: non vuole dare l’impressione di abbuonarle ai greci. Infine, c’è il timore che scelte troppo accomodanti permettano a Syriza di apparire vincitore, dando nuova forza a Podemos che in Spagna sta facendo battaglie simili.

In piena campagna elettorale, a metà gennaio, il premier Mariano Rajoy organizzò un viaggio ad Atene per sostenere l’allora premier greco, il conservatore Antonis Samaras: «Sono venuto qui – disse – per difendere politiche che sono state difficili, ma necessarie». Posizioni non dissimili sono presenti anche in Portogallo e in Irlanda, Paesi che hanno ricevuto l’aiuto europeo, e fatto i conti con le proteste della popolazione locale dinanzi a impopolari misure economiche.

«Non c’è nulla che possa essere considerato una concessione della Troika», ha sentenziato con lo sguardo rivolto alla sua pubblica opinione il ministro delle Finanze irlandese Michael Noonan, riferendosi all’intesa di venerdì. Nello stesso stile, la sua omologa portoghese Maria Luís Albuquerque ha detto che «qualsiasi base negoziale è l’attuale programma». I paesi che appena l’altro ieri i tedeschi definivano Club Med, sono diventati i nuovi alleati della stessa Germania. Per la Grecia, la partita negoziale sarà difficile.

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