REGIONALI
Il segretario democratico: voto amministrativo il 10 maggio. Domani le primarie
in Campania: anche l’Idv
si ritira, sarà corsa a tre
ROMA
E dunque la minoranza dem si tiene lontana dalla riunione dei gruppi parlamentari del Pd sull’agenda di governo. Pier Luigi Bersani è naturalmente il grande assente, seguito da quasi tutti i più stretti. Qualcuno tra i non renziani decide di andare, fanno così Roberto Speranza e Cesare Damiano. Ma i timidi e isolati tentativi di non rompere il filo del dialogo col vertice, malgrado le tensioni palpabili, non riescono a cancellare l’impressione di essere al punto più basso nei rapporti interni dall’elezione di Sergio Mattarella. La soddisfazione per il dibattito lascia comunque il premier alla fine contrariato. «Abbiamo offerto un’occasione di confronto in più, le lamentele sono incomprensibili», il suo sfogo. E il concetto sottolineato nelle parole del vicesegretario dem Lorenzo Guerini è «eccesso di polemica» non utile, in riferimento alla linea del dissenso.
Dentro, al Nazareno, Matteo Renzi tiene un profilo concreto sui passi da fare. Conferma che lunedì si tireranno le fila per portare il giorno dopo in consiglio dei ministri i due provvedimenti sulla scuola e qui trovano conferma le 180mila assunzioni come somma dei precari da stabilizzare a settembre e degli “ingressi” di nuovi insegnanti conseguenti al concorso che verrà bandito. Passando al capitolo Rai Renzi ribadisce che a essa spetta di diventare il primo produttore culturale del paese. Entro due settimane l’esecutivo interverrà: preferenzialmente per via parlamentare, ovvero con un disegno di legge e non per decreto. Anche perché l’intenzione sottostante è anche di portare allo scoperto Grillo dopo l’apertura fatta giovedì per una riforma di viale Mazzini. Sempre nella riunione di martedì il governo adotterà il piano nazionale banda ultra larga al termine della fase di consultazione pubblica e nelle settimane successive - in misure già incardinate in Parlamento o con dl ad hoc - saranno indicate le misure di realizzazione. Tra le altre cose viene fatta indicativamente dal presidente del Consiglio la data del 10 maggio per lo svolgimento delle elezioni regionali. Rinvio invece per il dibattito sul fisco, un nuovo appuntamento con i gruppi è segnato per il 9 marzo e allora se ne discuterà assieme a Pubblica amministrazione e terzo settore.
Ma è il terreno più politico, sono gli equilibri interni e la gestione del partito le ragioni reali dello scontro in atto. I nervi sono davvero a fior di pelle se Pier Luigi Bersani dice chiaro e tondo prima dell’inizio del vertice che «è l’ora di discutere sul serio non per spot». Al netto di un incitamento tendenzioso di Renato Brunetta («Forza Bersani») la necessità sentita dall’ex segretario è di «una discussione ordinata così come abbiamo fatto per la scelta di Mattarella». L’ex leader respinge la lettura secondo cui tutto derivi dall’idea di Renzi di modificare i rapporti di forza nei gruppi parlamentari e nelle commissioni. Sta di fatto che la lettera con cui Gianni Cuperlo risponde alle sollecitazioni del premier rafforza l’impressione che non si voglia affatto venire a patti al ribasso con lui, considerando che tra i sei punti programmatici avanzati compaiono anche alcune modifiche all’Italicum e alla riforma costituzionale. Un terreno su cui il premier considera chiusa la partita senza appello nei prossimi passaggi parlamentari (voto definitivo prima dell’estate per l’Italicum è l’auspicio del ministro Boschi).
Sembra intanto non finire mai invece la disputa sulle primarie per la scelta del candidato governatore in Campania su cui anche Massimo D’Alema ha ironizzato ieri. Domani correranno in tre, dopo che al ritiro di Gennaro Migliore si è aggiunto quello di Nello Di Nardo dell’Idv.
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L’AGENDA DI RENZI
SCUOLA
Il «pacchetto» martedì in Cdm
Matteo Renzi nella riunione di ieri nella sede del Pd al Nazareno prima con la segreteria e poi con i gruppi ha confermato che lunedì il governo tirerà le fila per portare al Cdm di martedì il decreto e il Ddl sulla «Buona scuola». Nel pacchetto resta centrale il capitolo delle assunzioni, circa 180mila sommando stabilizzazioni e nuovi ingressi
RAI
Ddl entro due settimane
Sulla riforma della governance Rai il premier ha intenzione di andare avanti in tempi rapidi, anche se è esclusa l’ipotesi del decreto legge: al massimo entro due settimane sarà approvato il ddl per rendere il servizio pubblico «il primo produttore culturale del Paese». La nuova Rai, nel timing di Renzi, dovrà partire dall’estate
FISCO
Capitolo rinviato al 9 marzo
Alla riunione del Nazareno non si è invece parlato di fisco. Una scelta «non politica» spiegano fonti renziane, ma dettata dalla mancanza di tempo. Anche perché la delega fiscale non dovrebbe andare all’esame del Cdm di martedì prossimo. Il tema sarà discusso in una nuova riunione i 9 marzo, insieme a Pa e terzo settore