ROMA - Via libera definitivo di Palazzo Madama al Dl banche con la riforma delle popolari, nel testo approvato dalla Camera. Con 155 sì e 92 no, l’Aula del Senato ha approvato la questione di fiducia posta ieri pomeriggio dal Governo sul decreto legge. L’articolo 1 del decreto banche, quello che riforma le Popolari, è stato l’oggetto delle discussioni più accese, ed ha attraversato con una sola modifica di rilievo l’esame del Parlamento, lasciando tuttavia le opposizioni e anche la minoranza Pd insoddisfatte.
Nel corso dell’esame parlamentare è arrivata la riscrittura dell’articolo 2 sulla portabilità dei conti correnti con la possibilità di multare le banche che non trasferiscono i conti entro 12 giorni e senza costi. Il nuovo articolo 2 diventa più dettagliato sulle regole che dovranno essere rispettate dal sistema creditizio, stabilendo che il prestatore di servizi di pagamento dovrà eseguire il trasferimento entro 12 giorni lavorativi, altrimenti potranno essere inflitte delle sanzioni che vanno da 5.160 euro e arrivano fino a 64.555 euro.
Il cardine della riforma è quel limite quantitativo riferito all’attivo della banca, che rappresenta un tetto alla possibilità di applicare la normativa speciale delle banche popolari. Dunque l’attivo di una banca popolare non può superare gli 8 miliardi di euro e se la banca è capogruppo di un gruppo bancario, il limite viene determinato a livello consolidato: oltre quella soglia, c’è l’obbligo di trasformazione in Spa. I gruppi che al 30 giugno del 2014 si trovavano al disopra di questo ammontare sono 10 . Si tratta, in ordine decrescente per volume dell’attivo bancario di: Banco Popolare, Ubi, Bper, Popolare di Milano, Popolare di Vicenza, Veneto banca, Popolare di Sondrio, Credito Valtellinese, Popolare di Bari e Popolare dell’Etruria e del Lazio. A questi bisogna aggiungere un undicesimo gruppo al di sopra degli 8 miliardi, quello che deriverà dalla fusione, operativa da aprile, tra Volksbank dell’Alto Adige e Popolare di Marostica. Ora bisognerà attendere le regole operative che Bankitalia deve mettere a punto per far scattare le trasformazioni, ma molti istituti hanno annunciato l’intenzione di convocare le assemblee straordinarie già prima dell’estate. Non è servito, quindi, il forte pressing parlamentare per allungare i tempi o per limitare l’impatto della riforma.
Le norme approvate ieri stabiliscono che in caso di superamento del limite l’organo di amministrazione della banca convoca l’assemblea ; se entro un anno l’attivo non viene ridotto al di sotto della soglia e non viene deliberata la tasformazione in Spa o la liquidazione, Bankitalia può vietare di intraprendere nuove operazioni; oppure adottare provvedimenti di amministrazione straordinaria o in terzo luogo, proporre alla Banca centrale europea la revoca dell’autorizzazione. Le banche oggetto della riforma avranno un periodo di 18 mesi per trasformarsi in spa e il tempo decorre dalla data di emanazione delle disposizioni di attuazione da parte della Banca d’Italia: via Nazionale ha peraltro già fatto sapere che queste disposizioni arriveranno in tempi brevissimi.
Alla Camera, è stata introdotta nel decreto la possibilità per le Popolari che diventeranno società per azioni - per le quali sparisce il voto capitario - di inserire nello Statuto un tetto ai diritti di voto dei soci in Assemblea, in funzione anti-scalata, purché non inferiore al 5% e per un periodo massimo di 24 mesi dalla data di conversione del decreto. La durata breve di questa protezione era stata criticata dai rappresentanti delle banche popolari durante le audizioni.
Ieri, il sottosegretario al Tesoro Pier Paolo Baretta ha tenuto a precisare che il Dl banche non limita di voto del 5% per le popolari che si trasformano in Spa «a 24 mesi, bensì consente che per i primi 24 mesi venga adottato con maggioranza qualificata. Quindi, noi consentiamo un vantaggio alle popolari che si trasformano, un limite di voto con una maggioranza più facile, per cui se una banca volesse adottare il 5%, o anche meno, anche ora lo può fare ma con le maggioranza statutarie previste, non con quella facilitata».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LIMITI ALL’ATTIVO
Fissata a 8 miliardi la soglia per la trasformazione in Spa
La riforma introduce un limite dimensionale all’attuale disciplina. Per le banche popolari con un attivo superiore a 8 miliardi scatta l’obbligo di trasformazione in Spa. Quando l’istituto è capogruppo di un gruppo bancario, il limite è determinato a livello consolidato. In caso di superamento della soglia, se entro un anno l’attivo non viene ridotto e non viene deliberata la trasformazione Banca d’Italia adotta i relativi provvedimenti sanzionatori
NOMINE
Allentamento dei vincoli sulla scelta degli organi
Si consente agli istituti la possibilità di riservare specifici diritti patrimoniali e amministrativi ai soci in possesso di strumenti finanziari con particolare riferimento all’esercizio di un numero di voti in assemblea maggiore rispetto a quello previsto per gli altri soci fino a un massimo di un terzo dei voti esercitabili in assemblea, e al diritto di nominare fino a un terzo dei componenti dell’organo di amministrazione e controllo
DELEGHE
Sale a 20 il numero massimo
A decidere sarà lo statuto
La riforma delle popolari interviene anche sul numero massimo di deleghe che possono essere conferite a un socio, che sale da 10 a 20. La sua determinazione resta in capo agli statuti delle banche e comunque non può essere inferiore a 10. La diposizione introdotta dal decreto legge deroga espressamente all’articolo 2539 del codice civile che per le cooperative disciplinate dalle norme sulle Spa fissa il limite massimo a 10 deleghe
DIRITTO DI VOTO
Scatta la norma antiscalata
con il tetto al 5%
Le banche popolari che si trasformano in società per azioni potranno introdurre una clausola anti-scalata. Il diritto di voto in assemblea non potrà essere esercitato per un quantitativo di azioni superiore al 5%. Il tetto - ha chiarito il sottosegretario Baretta - potrà essere adottato «con maggioranza facilitata» per i primi 24 mesi dall’entrata in vigore della legge. Sparisce il voto capitario in base al quale ciascun socio,a prescindere dalle azioni detenute, dispone di un solo voto
REGIME TRANSITORIO
Prima le regole di Bankitalia poi 18 mesi per trasformarsi
Le banche popolari avranno 18 mesi per adeguarsi alla nuova disciplina sui limiti dell’attivo e la trasformazione in Spa. Un anno e mezzo che decorre dalla data di entrata in vigore delle regole attuative che dovranno essere messe a punto da Palazzo Koch. Tempi stretti dunque per avviare il processo di trasformazione sfruttando al massimo la clausola anti-scalata del 5%
PORTABILITÀ
Adeguate alla normativa Ue
le regole sui conti correnti
La legge riscrive in base alla direttiva Ue in materia anche le norme sulla portabilità dei conti correnti. Che andranno trasferiti senza costi per i clienti entro 12 giorni lavorativi, pena multe salate, da 5mila a 64mila euro per i dirigenti, ma anche i dipendenti, delle banche inadempienti. Gli istituti hanno tre mesi per adeguarsi. Le norme sono valide anche per spostare conti titoli. Indennizzi per i ritardi, che saranno quantificati dal Mef