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I sindacati: politica economica «poco ambiziosa»

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I sindacati: politica economica «poco ambiziosa»

  • –Claudio Tucci

ROMA

Utilizzo dei fondi pensione dei lavoratori anche per misure di sviluppo infrastrutturale, sociale e produttivo del Paese. Estensione della platea del bonus fiscale (80 euro) a incapienti e pensionati. Rendere strutturale lo sgravio contributivo a favore dei nuovi assunti.

Per i sindacati la politica economica delineata dal governo Renzi nel Def «è poco ambiziosa» e, secondo la Cgil, il sindacato più critico ieri in audizione in Parlamento, l’unico effetto certo sarà «l’aumento delle disuguaglianze». Il punto, spiega Danilo Barbi (Cgil), è che le previsioni dell’Esecutivo sono «irrealistiche e illusorie», si scommette su una ripresa senza occupazione e su una svalutazione competitiva del lavoro, arrendendosi a tassi di disoccupazione superiori al 10%, che equivalgono al 40% per i giovani». Di qui la necessità di correggere il documento, «introducendo una patrimoniale sulle grandi ricchezze, aumentando la tassa di successione almeno a livello europeo e scommettendo su un grande piano per il lavoro».

Anche perché, rilancia la Cisl con Maurizio Petriccioli, nel Def non c’è traccia di interventi indirizzati «a colmare il vuoto di domanda interna, consumi e investimenti, fondamentali invece per la ripresa». Per questo, secondo la Cisl, servono «più incisivi tagli fiscali a favore di occupazione, pensionati e famiglie», assieme «al rilancio degli investimenti pubblici, in continua contrazione».

La strada è puntare dritto «su sviluppo e occupazione - aggiunge Guglielmo Loy (Uil) - vanno trovate risorse aggiuntive per gli ammortizzatori sociali e i tagli di spesa delineati nel Def fanno presagire una nuova ondata di aumenti delle tasse locali». Un Def «deludente - è il commento anche di Francesco Paolo Capone (Ugl) - non si affronta il tema della riduzione fiscale e non si fanno scelte chiare sulla revisione della spesa pubblica».

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