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Agid, Samaritani nuovo dg

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Agid, Samaritani nuovo dg

ROMA

Terzo atto per la travagliata Agenzia per l’Italia digitale. Dopo le esperienze poco fortunate dei due predecessori, Antonio Ragosa e Alessandra Poggiani, il premier Matteo Renzi ha nominato il nuovo direttore generale: Antonio Samaritani. Si tratta dell’attuale direttore dei Sistemi Informativi e Ict della Regione Lombardia, un tecnico chiamato al difficile compito di rimettere in pista un organismo che finora ha prodotto meno di quanto ci si aspettasse, forse a causa di una governance ancora farraginosa della Pa digitale e per lo scarso sostegno “politico” del governo di fronte ai molteplici interessi e ostacoli locali. Sono alcune delle tesi circolate in concomitanza con le dimissioni di Alessandra Poggiani, che nel frattempo ha annunciato la candidatura alle regionali in Veneto con il Pd. Ma si è vociferato anche di divergenze sul futuro stesso dell’Agenzia tra Andrea Guerra, consigliere del premier anche per l’Agenda digitale, e altri tecnici governativi che lavorano sul tema. Forse solo rumor, sta di fatto che l’Agenzia non sta marciando a piena velocità. E tutto questo dopo i mesi bruciati in attesa che fosse approvato lo Statuto e dopo infinite discussioni sulla sua pianta organica.

Il nome di Samaritani, selezionato dopo un bando che ha fatto registrare 189 domande, dovrebbe porre fine al gioco delle contrapposizioni anche se, fanno notare alcuni addetti ai lavori, senza un forte committment politico anche il nuovo dg potrebbe rischiare di avere margini di manovra risicati, proprio come i predecessori, finendo schiacciato tra interessi e visioni contrapposte. Samaritani, vista la sua esperienza in Lombardia, potrebbe essere un nome utile a procedere d’intesa con le Regioni nelle materie in cui fino ad oggi il dialogo è stato più complesso. Ma l’assenza di una carica politica, come un sottosegretario ad hoc suggerito da diversi esperti, potrebbe ancora una volta condizionare il lavoro tecnico dell’Agenzia.

Come noto l’Agid ha assorbito le competenze dell’Agenzia per l’innovazione, di DigitPa e del Dipartimento per l’innovazione tecnologica. Ma la governance per l’attuazione dell’Agenda digitale, e quindi degli obiettivi Ue, non ha mai brillato per leggerezza tanto da essere giudicata «da manicomio» solo pochi mesi fa dall’allora sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio.

Troppe voci in campo mentre i dossier si moltiplicano. Il nuovo dg, solo per fare alcuni esempi, dovrà occuparsi dell’implementazione del Sistema pubblico di identità digitale e del progetto Italia login per usufruire con un unico account di tutti i servizi online della Pa, dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente, del Piano nazionale smart cities sul quale i ministeri hanno già iniziato a muoversi senza un disegno organico.