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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2015 alle ore 06:37.

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ROMA

Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro di ieri tra governo e sindacati che minacciano di scioperare anche in occasione degli scrutini.

Al termine della riunione di Palazzo Chigi a dirsi «insoddisfatti» sono tutti i leader di Cgil, Cisl, Uil, e delle sigle di categoria Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda, Snals e Cobas, che hanno bocciato anche gli emendamenti votati alla Camera, poiché «lasciano aperti i principali nodi» del Ddl scuola. Nonostante ciò il premier, Matteo Renzi,su twitter ha commentato: «dialogo su #labuonascuola è utile. Nei prossimi giorni faremo su questo un #matteorisponde». Il messaggio ai sindacati è: siamo pronti ad ascoltarvi senza però rinunciare ad andare avanti con il progetto di riforma. All’incontro, durato circa tre ore, per il governo erano presenti il sottosegretario alla presidenza Claudio De Vincenti, i ministri Marianna Madia (Pa), Maria Elena Boschi(rapporti con il Parlamento), Stefania Giannini (Istruzione) e Graziano Delrio (Infrastrutture): «Restano divergenze forti ma c’è la volontà di dialogo - ha commentato il ministro Giannini -. Il governo sui punti qualificanti del Ddl scuola non farà passi indietro». Tra i prossimi passaggi, è previsto un incontro tra il ministro Giannini e i sindacati di categoria che poi andranno in audizione al Senato e, prima del voto finale del Ddl, saranno ricevuti nuovamente a palazzo Chigi, dove si aprirà anche un tavolo sulla formazione e il lavoro con i ministri Poletti e Giannini.

Anche se non tutte le sigle lo hanno detto apertamente, nel ventaglio di posizioni dei sindacati di categoria, è opinione comune che in mancanza di risposte, la mobilitazione finirebbe per impattare sugli scrutini, con l’effetto di provocarne un rallentamento. Contro la minaccia del blocco degli scrutini, è intervenuto il sottosegretario De Vincenti: «Sconcerta - ha detto in serata - che, a fronte di una manifesta volontà del Governo di dialogare si risponda da parte di alcune sigle sindacali minacciando il blocco degli scrutini. Un’iniziativa del genere sarebbe irresponsabile perché colpirebbe unicamente studenti e famiglie». L’incontro di ieri ha comunque segnato l’avvio del dialogo, anche se si è concluso con una fumata nera. «Il mondo della scuola continua ad essere mobilitato - ha commentato la leader della Cgil Susanna Camusso -. Visto il giudizio non positivo dell’incontro valuteremo quali altre iniziative mettere in campo. Il Ddl, anche rispetto alle poche modifiche apportate, contiene un modello non condiviso nella scuola. Continueremo a batterci per cambiarlo». Per Camusso «il governo ha sentito il colpo della mobilitazione» dello scorso 5 maggio che ha avuto un’adesione media del 65% (dato ministeriale), e tra gli Ata si è aggirata intorno al 40%, tra i dirigenti scolastici al 5% e tra gli insegnanti ha toccato il 75% (dati sindacali). «Le modifiche introdotte in Parlamento non sono sufficienti perché non rimuovono i punti critici che noi non condividiamo - ha aggiunto la numero uno della Cisl, Annamaria Furlan -. Se si fossero fatti prima altri incontri con il Governo sicuramente avremmo costruito un percorso più utile per cambiare la scuola» . Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha «apprezzato gli sforzi del Governo per apportare modifiche», che però considera «insufficienti: non c’è stata nessuna apertura su precariato, valutazione e contratto». Di blocco degli scrutini ha parlato il segretario di Snals-Confsal Marco Paolo Nigi, ritenendo «inaccettabile affidare la valutazione dei docenti ad un comitato composto con genitori e studenti», ha chiesto di «eliminare ogni aspetto di gestione autoritaria nella scuola», con riferimento ai poteri assegnati dal Ddl al dirigente scolastico. «Organizzeremo presidi in occasione dell’inizio del dibattito alla Camera, assemblee e iniziative di lotta nelle scuole, la mobilitazione continua» promette Domenico Pantaleo(Flc-Cgil). Per Massimo Di Menna (Uilscuola) «serve un piano assunzioni da adottare con provvedimento di urgenza per assicurare la stabilità del lavoro al personale docente e Ata impiegato da anni precariamente». Tra le richieste dei sindacati c’è anche il rinnovo del contratto scaduto da sette anni. Oggi a Palazzo Chigi saranno ricevute le associazioni di famiglie e studenti.

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