Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2015 alle ore 06:36.
L'ultima modifica è del 22 maggio 2015 alle ore 06:37.

My24

ROMA

La nomina di Francesco Lo Voi a capo della Procura di Palermo da parte del Csm avvenuta a dicembre dell’anno scorso è carente sotto il profilo della motivazione e pertanto va annullata. È la decisione della I sezione quater del Tar Lazio (presidente Elia Orciuolo, consiglieri Giampiero Lo Presti, che è anche estensore della sentenza, e Fabio Mattei) che ha accolto i ricorsi dei procuratori di Caltanissetta Sergio Lari e di Messina Guido Lo Forte. I giudici amministrativi hanno respinto le tesi di illegittimità dei ricorsi presentate da Lo Voi e dal Csm che è stato condannato anche a pagare 3.000 euro. È possibile comunque che il Csm, anche sulla base di precedenti analoghi, decida di presentare ricorso.

La sentenza del Tar affronta numerosi punti già sollevati dal legale dei ricorrenti Giuseppe Naccarato che ha molto insistito sulle carriere di Lo Forte e Lari (il quale ieri è stato proposto all’unanimità dalla commissione incarichi direttivi del Csm come procuratore generale di Caltanissetta) sottolineando che Lo Voi non avrebbe lo stesso tipo di esperienza dei suoi colleghi. È stato in pratica contestato il giudizio dato dal Csm alle pregresse esperienze dei magistrati concorrenti.

Scrivono i magistrati amministrativi: «Il collegio ritiene che la delibera gravata (quella di nomina del Csm, ndr) non superi il vaglio di legittimità, apparendo la motivazione del giudizio di prevalenza non coerente rispetto agli indici di valutazione del parametro attitudinale». Fondamentale nella sentenza del Tar è il riferimento al procedimento di individuazione del magistrato cui affidare l’incarico di Procuratore della Repubblica, che stabilisce che per il conferimento di questo tipo d’incarichi assumono rilevanza il parametro delle attitudini e quello del merito. «L’insufficienza della motivazione – si legge nella sentenza – ridonda in illogicità e irrazionalità della scelta adottata». Altro punto su cui insistono i magistrati del Tar è quello che riguarda la durata dell’incarico: secondo il Csm Lo Voi per età avrebbe garantito una permanenza di otto anni assicurando continuità all’ufficio mentre gli altri due quasi sulla soglia della pensione non garantirebbero i risultati. Per i magistrati amministrativi «l’argomento utilizzato a sostegno della sostenuta prevalenza è illegittimo».

Nessun commento alla sentenza da parte di due degli interessati: non parla Lo Voi mentre Lari dice: «Devo ancora leggere le motivazioni della sentenza del Tar, non me la sento di fare commenti» e alla domanda se la proposta e l’eventuale nomina alla guida della procura generale nissena farà venire meno il suo interesse ad andare avanti nel ricorso risponde: «Valuterò la cosa, anche con i miei legali». E intanto il procuratore aggiunto a Palermo Leonardo Agueci precisa: «La sentenza è provvisoria e non ha alcun effetto immediato – dice –: la nomina di Lo Voi è ancora efficace e anche se diventasse definitiva, la pratica tornerebbe al Csm che procederebbe a una nuova valutazione. Finché non c’è una nomina diversa la titolarità dell’ufficio rimane in capo a Lo Voi. Sul piano della gestione dell’ufficio non cambia nulla». Secondo alcune interpretazioni le sentenze del Tar in teoria sarebbero esecutive, ma possono essere sospese dal Consiglio di Stato a richiesta della parte soccombente. Se fosse accolta l’istanza di sospensiva, Lo Voi resterebbe al suo posto in attesa che sulla questione si pronunci il Consiglio di Stato che potrebbe confermare o annullare il pronunciamento del Tar.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia