Tecnologia

Uber Europa: «Non ci fermiamo, faremo appello». Sui…

  • Abbonati
  • Accedi
App

Uber Europa: «Non ci fermiamo, faremo appello». Sui social tanti contro la sentenza

UberPop continuerà a operare nelle prossime due settimane in Italia e l'azienda annuncia l'intenzione di fare appello contro l'ordinanza del tribunale civile di Milano. Questo il commento di Zac De Kievit, legale di Uber Europa. «Siamo ovviamente molto dispiaciuti dalla decisione presa oggi su UberPop, una decisione che rispettiamo ma non comprendiamo», dice. «Ora - ha aggiunto - faremo appello per evitare che centinaia di migliaia di cittadini italiani siano privati di una soluzione sicura, affidabile e economica per muoversi nelle loro città. Intanto in Italia oggi continua ad operare UberBlack e per le prossime due settimane UberPop. Quello che però ci preoccupa di più è che migliaia di driver rischiano di perdere una risorsa economica. Inoltre ricordiamo che la commissione europea ha chiaramente affermato che gli stati membri dovrebbero garantire equità, proporzionalità e nessuna discriminazione nella regolamentazione dei nuovi servizi basati sulla tecnologia come Uber».

La pronuncia del tribunale che ha bloccato UberPop su tutto il territorio nazionale ha scatenato una marea di reazioni che tengono banco sui social network da ormai qualche ora. E non è un caso che Uber sia finito immediatamente fra le tendenze di Twitter. Quello che maggiormente colpisce è la compattezza con la quale la Rete ha reagito alle decisioni del giudice milanese Claudio Marangoni. La stragrande maggioranza dei commenti postati sui social è contraria alla sentenza. E sui social ognuno lo esterna a modo suo.

C'è chi tira in ballo il blocco dell'innovazione, chi parla delle lobby, chi dà sfogo a tutto l'umorismo possibile. Così, su Twitter, vanno forti i post come: «Il giudice amministrativo ha disposto il ripristino delle cabine telefoniche a gettone», «È chiaro. Da nazione retrò quale siamo Uber sarebbe stato troppo avanti», «Uber pop bloccato dal tribunale di Milano. Le caste in Italia si proteggono a vicenda», «Hanno bloccato Uberpop. Ora, cari postini d'Italia, mobilitatevi per far bloccare tutte le email, dai», «Uber La sentenza blocca l'applicazione Uberpop. Vittoria dei tassisti. quindi se mi coltivo il basilico mi denuncia “il pesto Divella”?».

I post di parere opposto, e cioè favorevoli alla sentenza, sono decisamente di meno. Fra questi quello dell'ex ministro Maurizio Lupi, che su Twitter scrive: «Su #UberPop Tribunale #Milano mi dà ragione: è concorrenza sleale ai tassisti. Io avevo detto che era illegale. Legge e buon senso prevalgono».

Ma è fra i tassisti che spopola il vero entusiasmo. Qualche esempio: «La giustizia in Italia è lenta purtroppo , ma arriva sempre. Adesso il risarcimento danni», «Finalmente abbiamo fatto un primo importante passo per la giustizia e per la difesa del nostro lavoro», «Uberpop è solo sfruttamento a basso costo e nessuna garanzia o tutela sia per l'utente sia per gli autisti», «In sto Paese ci si lamenta che la legge non viene mai rispettata poi il giorno che la si applica ci si lamenta comunque».

Nessuna reazione, invece, dagli account ufficiali di Uber. Benedetta Arese Lucini, general manager della società californiana in Italia, si è limitata a retwittare qualche post, fra i quali quello del deputato Pd, Sergio Boccadutri, che ha scritto: «È una sentenza che aiuterà la diffusione di Uber, chi difende rendita posizione lo capirà presto, suo malgrado».

© Riproduzione riservata