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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2015 alle ore 06:36.
L'ultima modifica è del 28 maggio 2015 alle ore 06:39.

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new york

Il calcio mondiale sale alla sbarra per rispondere di una corruzione «rampante, sistemica e radicata». Il primo grande caso fatto scattare dal nuovo segretario alla Giustizia americano, Loretta Lynch, ha scardinato l’oscuro impero multimiliardario della Fifa: Lynch e la procura federale di Brooklyn, da lei stessa guidata fino alla nomina a ministro, hanno incriminato per truffa, giri di tangenti, riciclaggio e associazione a delinquere - in tutto 47 reati che delineano una malversazione endemica e istituzionalizzata - ben 14 tra alti funzionari dell’organizzazione mondiale del pallone presieduta dal controverso Joseph Blatter ed esponenti del marketing sportivo.

L’accusa è aver intascato o pagato oltre 150 milioni di dollari di tangenti in una giostra criminale dal 1991 ad oggi - 24 anni, 17 sotto il “governo” di Blatter - nei quali sono stati messi in palio al miglior offerente sottobanco sia diritti media e sponsorizzazioni che poltrone al vertice e assegnazione di tornei, dai mondiali a qualificazioni e coppe regionali.

Le manette per i primi sette arrestati - che comprendono il vicepresidente Fifa Jeffrey Webb, responsabile dell’associazione di Nordamerica e Caraibi Concacaf - sono scattate alle sei del mattino a Zurigo, quando agenti svizzeri in borghese sono giunti al lussuoso Baur au Lac Hotel dove i vertici Fifa sono riuniti per rieleggere Blatter venerdì al suo quinto mandato dal 1998. Quel voto, anche se Blatter non è fra gli accusati, avviene ora sotto pesanti ombre. Né le indagini sono finite. Resta aperta la pista negli Stati Uniti, che hanno giurisdizione perché la corruzione è stata concepita in parte negli Usa e i pagamenti illeciti sono passati per banche americane. È inoltre coinvolto il fisco per possibili reati di evasione.

Ma una inchiesta parallela è ormai decollata in Svizzera, sulla decisione di svolgere i prossimi due campionati mondiali in Russia nel 2018 e in Qatar nel 2022, da tempo al centro di sospetti di irregolarità. Le autorità elvetiche hanno fatto sapere ieri di aver sequestrato materiali rilevanti durante una perquisizione del quartier generale della Federazione mondiale sempre a Zurigo.

Lynch, che ha chiesto l’estradizione degli incriminati nel rispetto dei trattati con la Svizzera, ha descritto con parole taglienti un j’accuse di 161 pagine contro le pratiche di un’organizzazione che controlla il più popolare sport del pianeta e vanta entrate per 5,7 miliardi negli ultimi quattro anni: «Hanno corrotto il mondo del calcio per arricchirsi - ha detto affiancata dal direttore dell’Fbi James Comey durante una conferenza stampa a Brooklyn -. Due generazioni di funzionari Fifa hanno usato la loro posizione per sollecitare, ripetutamente e per anni, tangenti».

Ha fatto esempi: «Per la Coppa America del 2016 negli Stati Uniti i pagamenti illeciti hanno raggiunto i 110 milioni, un terzo del costo del torneo. E tangenti sono state pagate per gli storici mondiali del 2010 in Sudafrica e le elezioni dei vertici Fifa nel 2011». Insomma «hanno influenzato le decisioni su chi gestisce l’organizzazione, chi ospita le partite e chi le trasmette». Ancora, più in dettaglio: Jack Warner, ex vicepresidente Fifa e presidente di Concacaf, ha stornato fondi per comprarsi casa a Miami nel 2005. Incriminati anche numerosi esponenti dell’associazione latinoamericana, Conmebol, spesso parte del comitato esecutivo Fifa.

A conti fatti finora i funzionari dell’organizzazione nel mirino sono nove, cinque i dirigenti di società di marketing o media che gestiscono poi a cascata i diritti. Quattro manager e due società di marketing hanno firmato ammissioni di colpa. L’americana Nike, sospettata di aver pagato tangenti per la sponsorizzazione del Mondiale in Brasile nel 2014 ha fatto sapere che «sta collaborando con le autorità e continuerà a farlo», precisando però di non essere sotto accusa per alcun reato.

L’inchiesta statunitense, durata 19 mesi, era partita all’indomani delle polemiche sulla scelta di Russia e Qatar per i futuri mondiali e dopo che un’indagine interna alla Fifa, affidata all’ex procuratore americano Michael Garcia, era stata archiviata. «Questo è un momento molto difficile per il calcio, i tifosi e la Fifa come organizzazione - ha dichiarato Blatter -. Accogliamo con favore le azioni e le indagini delle autorità americane e svizzere» che secondo il presidente della Fifa si sarebbero messe in moto in seguito alle sue indagini interne.

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