Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2015 alle ore 06:38.

My24

ROMA

La holding criminale di “Mondo di Mezzo” arriva a processo. Il procuratore capo Giuseppe Pignatone e l’aggiunto Michele Prestipino hanno chiesto per l’organizzazione mafiosa di Roma, capeggiata dal boss Massimo Carminati, il giudizio immediato.

L’impianto investigativo dei carabinieri del Ros (Raggruppamento operativo speciale) Lazio, al comando del colonnello Stefano Russo, è solido e ben strutturato. In 34 finiscono alla sbarra degli imputati, 18 dei quali con l’accusa di aver fatto parte di un’organizzazione di stampo mafioso. Gli elementi di spicco di questo sodalizio, nato dalle ceneri della Banda della Magliana, sono Carminati e il suo «braccio destro» Riccardo Brugia, Fabrizio Franco Testa, «collettore» del clan con la politica e le istituzioni, Salvatore Buzzi, «braccio imprenditoriale» del boss, Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, due presunti affiliati alla ‘ndrangheta. Poi ci sono i funzionari pubblici, come Franco Panzironi, ex amministratore delegato di Ama (municipalizzata che si occupa di igiene urbana), ritenuto «garante dell’associazione con l’amministrazione comunale» all’epoca dei fatti guidata da Gianni Alemanno, anche lui indagato ma escluso da questa richiesta di giudizio. Fuori dal reato associativo, infine, Giovanni Fiscon, successore di Panzinori all’amministrazione di Ama. Stando all’accusa formalizzata dai sostituti procuratori Paolo Ielo e Giuseppe Cascini, tutti avrebbero fatto parte di «un’associazione di stampo mafioso operante su Roma e nel Lazio, che si avvale della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti di estorsione, usura, riciclaggio, corruzione di pubblici ufficiali e per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione e il controllo di attività economiche, di concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici». «Noi siamo molto contenti che si vada a giudizio immediato, così guadagniamo tre mesi sulla sentenza. Abbiamo sempre detto che vogliamo fare il processo e confrontarci in dibattimento con la Procura per dimostrare prima di tutto che l’accusa di mafia non regge», ha detto l’avvocato Giosuè Naso, difensore di Carminati. Tuttavia, l’accusa disciplinata dall’articolo 416bis del codice penale sembrerebbe difficile da superare. Difatti, la Procura ha incassato ben due giudizi cautelari che confortano l’ipotesi di «mafia». Sia il Tribunale del Riesame sia la Corte di Cassazione hanno sostanzialmente accolto le ipotesi investigative, rendendo l'accusa «blindata». Di particolare interesse per il processo c’è la posizione di Buzzi, difeso dall’avvocato Alessandro Diddi. Perché l’uomo, motore economico del clan, avrebbe portato la “29giugno coop” nei ricchi appalti con la pubblica amministrazione. Un vero e proprio fiore all’occhiello nell’holding criminale, che ha trovato il business nell’immigrazione, incassando commesse milionarie con la “Eriche29”. Ed è proprio questo potere economico-imprenditoriale a essere il punto di forza di Mafia Capitale, la quale proprio attraverso la finanza era entrata in contatto con ‘ndrangheta e Cosa nostra. A soggetti riconducibili alla cosca calabrese dei Mancuso, per esempio, sarebbe stata data la possibilità di gestire la coop “Santo Stefano”, sub-appaltando il servizio di pulizia del mercato romano dell’Esquilino. I contatti con Cosa nostra, invece, sembrerebbero legati a presunte forme di riciclaggio. È il caso di supposte operazioni finanziarie illecite che sarebbero state compiute con una società coinvolta in passato in inchiesta sul clan siciliano dei Santapaola. L’indagine, dunque, è molto ampia. E nasce dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Roberto Grilli, il quale per primo ha disegnato i contorni di questo sodalizio capeggiato dall’ex Nar, Massimo Carminati. E non solo, in quanto ha parlato anche di una ramificata struttura criminale in grado di riciclare denaro in diversi «paradisi fiscali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia