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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2015 alle ore 06:38.

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Rispondere al vento dell’antipolitica e alla sfiducia verso le istituzioni che soffia sempre forte con atti concreti di «buona politica». Come? Ad esempio approvando entro la fine della legislatura il codice etico di condotta per i parlamentari, presente già in molti Paesi, e una legge sulle lobbies il cui esame dovrebbe partire proprio nei prossimi giorni al Senato. L’appello è del presidente della Camera Laura Boldrini che ieri ha ospitato a Montecitorio un incontro con deputati di diversi Paesi europei proprio su questo tema: «Invierò una lettera ai capigruppo per invitarli a farsi carico di questa esigenza», ha annunciato ieri ricordando l’ultimo campanello d’allarme sulla sfiducia dei cittadini: l’astensionismo al voto delle regionali che ha toccato quasi il 50 per cento.

«A nessuno può sfuggire,- spiega Boldrini -il forte segnale di rigore che il Parlamento italiano darebbe se prima della fine della legislatura si riuscissero ad approvare in via definitiva sia una legge sulle lobbies sia il codice etico per i parlamentari». Perché per il presidente della Camera all’«antipolitica» si deve rispondere con «fatti concreti» e alla domanda di buona politica «non servono né la demagogia, né frasi di circostanza, ma puntuali e forti assunzioni di responsabilità superando antiche e non più giustificabili timidezze». Timidezze che durano almeno da un paio di anni, almeno per quanto riguarda il codice etico che dovrebbe disciplinare condotte che vanno dai conflitti di interesse ai doni: ci sono infatti due proposte di modifica dei regolamenti parlamentari che puntano alla sua adozione e che finora sono rimaste nei cassetti. Lunga anche l’anticamera per la legge sulle lobbies che proprio in questi giorni dovrebbe cominciare il suo cammino: dopo l’adozione di un testo base (a firma dei senatori ex Cinque stelle Luis Orellana e Lorenzo Battista) entro il 10 giugno sono attesi gli emendamenti in commissione Affari costituzionali del Senato. E poi il Ddl - che punta a introdurre un registro dei lobbisti e un comitato di monitoraggio a Palazzo Chigi - comincerà il suo iter.

Parla di «grande passo in avanti» e «risultato eccezionale» nel caso si approvasse il codice etico e la legge sulle lobbies anche il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone. Che nel suo intervento di ieri alla Camera ha elogiato la legge Severino sulla corruzione, che ha prodotto «un salto rilevantissimo nell'immagine dell’Italia». Legge che per Cantone ha bisogno di un «tagliando» per alcuni aspetti relativi ai compiti dell’autorità. Il presidente dell’Anac sottolinea anche il fatto che le misure preventive anti corruzione sono molto stringenti per gli amministratori e non per i parlamentari: «Un grande passo in avanti sarebbe estendere queste regole anche al sistema politico nazionale».

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