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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2015 alle ore 08:12.

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L’applicazione della legge Severino nei confronti del neo eletto governatore della Campania, Vincenzo De Luca, tiene ancora banco. Ieri pomeriggio l’ex sindaco di Salerno si è presentato a palazzo Chigi, per un incontro con il premier Renzi, dove è rimasto per oltre un’ora. Un incontro voluto, a quanto sembra, anche per discutere della giunta della Regione Campania sulla cui formazione De Luca sta lavorando. Nel toto-nomi compaiono per ora Tartaglione, Graziano, Bonavitacola, Picierno. Con una particolare attenzione al nome del vice, nelle cui mani nel periodo di sospensione passerà il timone della Campania. Sulla questione della possibile sospensione, De Luca ha cercato ancora di stemperare la tensione. «Rilassiamoci, prima bisogna insediare la nuova Giunta, il Consiglio, gli organi. Poi, chi è interessato alla Severino, si sottoporrà alla procedura prevista – aveva detto in un’intervista a Radio24 -. Ci sarà la comunicazione al presidente del Consiglio che avvierà la consultazione con il ministro dell’Interno, il ministro delle Regioni e poi prenderà le sue determinazioni. In caso di sospensione io farò ricorso».

Intanto, sempre ieri, la Procura di Salerno ha depositato il ricorso in appello chiedendo la condanna del neogovernatore per peculato, in relazione alla nomina di un project manager per la realizzazione del termovalorizzatore di Salerno. L’inchiesta è quella che ha visto la condanna in primo grado di De Luca per abuso d’ufficio, sentenza al centro del caso legato all’applicazione della legge Severino. L’accusa aveva chiesto già in primo grado la condanna di De Luca per peculato. Mentre i legali dell’ex sindaco di Salerno hanno depositato una richiesta di assoluzione del loro assistito perché “il fatto non sussiste”.

Ora si disquisisce su quando dovrà scattare la sospensione ex legge Severino. A riaccendere la discussione ieri il viceministro all’Interno Filippo Bubbico: «Vincenzo De Luca può essere sospeso solo dopo l’insediamento del consiglio regionale campano». Per Bubbico la sospensione «opera in ragione di un incarico che esiste. Si sospende qualcosa che c’è, non qualcosa che non c’è». In altre parole, se la legge parla di sospensione, è necessario che prima De Luca venga proclamato presidente della Regione. Ma c’è altro. Sempre secondo il viceministro, in occasione del primo Consiglio De Luca, prima della sospensione, può anche nominare la giunta. «La sospensione di un organo, infatti - aggiunge Bubbico - non comporta la decadenza di tutti gli atti assunti da quell’organo. E la nomina e la revoca della giunta sono atti propri del presidente della Regione». Tale percorso, in altre parole, consentirebbe di dare alla Campania consiglio regionale e giunta, evitando la totale ingovernabilità.

Sulla questione preferisce non prendere posizione il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. «Come Guardasigilli non posso discutere delle decisioni della magistratura» dice. Mentre le parole di Bubbico suscitano però accese reazioni di esponenti di Forza Italia. Per Deborah Bergamini, «a De Luca viene permesso di nominare Giunta e vice e, in questo modo, di governare stando dietro le quinte nonostante la Severino; Marino e Zingaretti restano in sella nonostante Mafia Capitale. È questo il nuovo corso del Pd renziano post-rottamazione». Tesi avvalorata da Paolo Russo, deputato campano di Fi: «Pretendiamo che una legge chiara come la Severino, che è stata sempre puntualmente applicata, lo sia anche questa volta. È evidente che De Luca è sospeso e ogni suo atto è nullo. Quindi, invitiamo il governo a essere responsabile. Centinaia di amministratori di questo Paese sono stati sanzionati con quella legge, addirittura con quella legge si è voluto colpire l’avversario di sempre: Berlusconi».

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