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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2015 alle ore 06:37.

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ROMA

Incentivi ai Comuni, per risolvere l’emergenza dei profughi da accogliere. Partita a tutto campo con l’Europa, per migliorare un piano Ue sull’immigrazione definito dal premier Renzi «insufficiente» con un chiaro eufemismo. Gli sbarchi continuano - siamo ormai oltre quota 55mila dall’inizio dell’anno - e le polemiche non si placano. Il leader della Lega Matteo Salvini minaccia di «occupare le prefetture» impegnate nell’accoglienza; il governatore lombardo Roberto Maroni domenica aveva minacciato di intervenire sui conti dei comuni disponibili all’ospitalità. La risposta del premier e del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è l’esatto opposto di Maroni: premi ai municipi che si fanno avanti. Ma la partita vera si gioca a fine mese a Bruxelles visto che i 60milioni di euro destinati dall’Europa insieme alla quota di richiedenti asilo - 24mila persone - di cui l’Italia può essere sgravata sono cifre troppo esigue. Basti soltanto pensare che sulle nostre coste sono previsti sbarchi per 200mila persone a fine anno (l’anno scorso furono 170mila).

«L’Italia non è sola» promette il commissario europeo all’immigrazione Dimitris Avramopoulos in conferenza con Alfano dopo una riunione a cui hanno partecipato anche il capo di gabinetto, Luciana Lamorgese, il numero uno del dipartimento Ps Alessandro Pansa e il capo delle Libertà civili, Mario Morcone, il sottosegretario Domenico Manzione, il prefetto Giovanni Pinto. Evidente che Grecia e Italia hanno le stesse problematiche, il vantaggio è che il commissario all’immigrazione sia proprio ellenico. Lo scontro con il resto d’Europa non sarà facile. Bruxelles sta per inviare una serie di funzionari inseriti negli «hotspot» - 3-400 posti di capienza, in sostanza sono punti di post-sbarco - dove saranno verificate le procedure di identificazione: impronte digitali, fotosegnalamento, accertamenti di identità a tutti gli effetti. L’Italia deve accettare questa forma di controlli, in passato ci sono stati rischi peggiori con una procedura di commissariamento paventata dal precedente governo di Bruxelles. Chiederà, però, che i tempi per la prima relazione sul funzionamento degli hotspot siano un po’ più lunghi dei primi tre mesi di funzionamento. Solleciterà un monte risorse molto più alto, almeno il doppio dei 60 milioni. Ma la carta politica più alta l’Italia la gioca chiedendo un coinvolgimento vero dell’Ue nei rimpatri: non solo dei clandestini, ma anche dei richiedenti asilo con la domanda respinta o dei migranti “economici” non previsti nelle quote”. È un modo per uscire da quella che a tutti gli effetti nella proposta Ue è una procedura di aiuto - a Italia e Grecia - e non di condivisione di interventi. Nello scenario in evoluzione si punta anche ai campi nei paesi di transito - in Niger e Sudan - sempre in chiave europea: un primo filtro tra i rifugiati con tutti i diritti, da destinare in Europa, e altri immigrati però senza titoli o disposti, se incentivati, a rimpatriare. Un filone seguito, in particolare, dal sottosegretario Domenico Manzione. Il piano Ue «così com’è non va. Bisogna fare di più» dice Renzi e ricorda che «la destra sferra l’attacco più insidioso su di noi sul tema dell’immigrazione e gioca la carta della paura».

Il piano di distribuzione dei migranti sbarcati andrà avanti nonostante le dichiarazioni dei governatori. Tra poco sarà pubblicato il bando Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che raddoppierà i posti disponibili da 20mila a 40mila.

Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, invita il Governo ad «ignorare la posizione di Maroni e dare disposizione ai prefetti perché tutte le Regioni diano accoglienza ai migranti». Maroni si dice tuttavia deciso ad andare avanti: «Io farò quello che devo, non rispondo né agli insulti né alle parolacce». Gli dà man forte il neo governatore della Liguria, Giovanni Toti: «Dovremo agire con politiche che siano incentivanti e disincentivanti. Sarà la prima cosa che faremo appena ci insedieremo». Lo scontro politico sarà ancora lungo.

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