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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2015 alle ore 08:10.
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Rischio impasse per l’invio del 730 da parte dei Caf. Le responsabilità aumentate in caso di errori e la difficoltà a reperire coperture assicurative potrebbero, infatti, comportare il pericolo di un ritardo nell’invio dei modelli. Ragione per la quale la Consulta dei Caf ha già segnalato all’amministrazione finanziaria la necessità di prorogare il termine del 7 luglio per la trasmissione. Un’incognita non di poco conto se si pensa che manca meno di un mese alla scadenza e un rallentamento peserebbe poi, inevitabilmente, sulle liquidazioni dei rimborsi in busta paga o nel rateo delle pensioni.
Facciamo un passo indietro. Con le nuove regole previste per l’introduzione della precompilata, infatti, i centri di assistenza fiscale e gli intermediari abilitati all’invio del modello 730 (sia ordinario che precompilato) saranno chiamati a rispondere di imposte, interessi e sanzioni nel caso in cui un futuro controllo dell’amministrazione finanziaria ravvisasse un visto infedele sulla dichiarazione. Questo vale in tutte le circostanze in cui l’errore non sia da attribuire a dolo o colpa grave del contribuente: ipotesi, tra l’altro, molto difficile da dimostrare. Dopo una prima fase di stallo è intervenuta l’Authority del settore assicurativo (Ivass) a precisare che la nuova responsabilità allargata ha natura risarcitoria e non sanzionatoria e quindi può essere coperta da polizza (si veda Il Sole 24 Ore del 22 marzo scorso). Un’interpretazione estensiva del Codice delle assicurazioni, che vieta alle compagnie di assicurare anche eventuali apparati sanzionatori proprio per non ridurre i loro effetto di deterrenza.
Ma i nodi ora tornano al pettine. Come sottolinea al Sole 24 Ore il presidente della Consulta dei Centri di assistenza, Valeriano Canepari, «sono pochissimi i Caf che hanno sottoscritto una polizza, in particolare quasi nessuno dei grandi lo ha fatto». Se fossimo in un romanzo giallo, il principale indiziato sarebbe il mutato scenario normativo. Il dato di fatto sottolineato da Canepari è che «le proposte avanzate, e sottoscritte da alcuni Caf, prevedono un premio che aumenta, rispetto a quelli oggi in vigore, da 5 a 7 volte e con un importo di franchigia, a carico del Caf, che va, in relazione all’importo del premio pattuito, dai 250 ai 500 euro». Un aspetto che rischia di mettere un serio freno alla campagna di elaborazione e di invio. Perché, come i Caf hanno già evidenziato alle Entrate, «l’eventuale mancata stipula della polizza potrebbe ipotecare o ritardare l’invio dei modelli in quanto - ricorda ancora Canepari - senza assicurazione non si può procedere al loro invio all’Agenzia con la conseguenza di ritardare le compensazioni a credito di tantissimi contribuenti». Da qui «la richiesta di una proroga» all’amministrazione finanziaria perché «se è vero che oltre 10 milioni di precompilate sono state scaricate tra Caf e contribuenti che hanno fatto in proprio – aggiunge il presidente della Consulta – ne restano altrettante da scaricare e gestire nel poco tempo che manca».
Fin qui il grido d’allarme lanciato dei Caf. Naturalmente l'amministrazione finanziaria non potrebbe mai attribuire un ritardo a carico del settore assicurativo che ha dovuto fare i conti con una responsabilità da coprire molto più ampia rispetto al passato e con numerose incognite perché al momento resta difficile immaginare in quanti casi e per quali importi Caf e intermediari potrebbero essere chiamati a rispondere. Quindi la tariffazione da applicare non può che seguire le normali logiche di mercato. Anche perché ragionando per assurdo se pure arrivasse un input ad assicurare e, peraltro, a una tariffa determinata, si rischierebbe il paradosso di una lesione della concorrenza. Ecco perché la questione va composta con tutti gli attori interessati e partendo forse da una revisione di quella stretta “sanzionatoria” sugli intermediari su cui più volte anche il presidente dei commercialisti, Gerardo Longobardi, ha richiesto una riflessione.
Intanto dopo il differimento al 6 luglio di Unico per chi fa gli studi di settore resta sempre sul tavolo la questione proroga. Difficile ipotizzare che si arrivi a uno spostamento secco del termine anche perché sia il Governo sia il fisco hanno investito molto, in termini di semplificazione e immagine, su tutta l’operazione 730 precompilato. Un aiuto però potrebbe arrivare da quanto avvenuto nell’estate del 2007. In quell’occasione si stabilì che i Caf avrebbero potuto «completare l’invio» entro un termine più ampio a condizione che avessero trasmesso l’85% delle dichiarazioni entro la scadenza ordinaria. Il principale scoglio anche di un differimento selettivo rimane sempre l’impossibilità di gestire le liquidazioni e in particolare quelle a credito di dipendenti e pensionati che da tempo hanno trasformato i rimborsi di fine luglio nel finanziamento delle ferie estive.
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