Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2015 alle ore 06:37.
ROMA
A Ventimiglia è ancora linea dura della Francia che presidia la frontiera per impedire l’accesso dei migranti. Nella sesta giornata di emergenza profughi, bloccati sugli scogli della cittadina di frontiera, arriva anche l’accusa degli agenti della polizia italiana e dei volontari della Croce rossa: la Gendarmerie francese avrebbe tentato di rimandare in Italia anche persone che nel Belpaese non ci sono mai state, nemmeno in transito. È il caso, per esempio, di un indù con il caratteristico turbante, che la polizia italiana non aveva mai visto sulla scogliera di Ponte San Ludovico o alla stazione di Ventimiglia. La Francia starebbe espellendo oltre ai migranti, anche extracomunitari minorenni e clandestini di incerta provenienza. Per questo le richieste di riammissione dei migranti rastrellati sui treni alla stazione di Garavan-Menton, sul confine di Stato, sono state più di cento, la metà delle quali rifiutate dalla polizia italiana, che non ha ritenuto congrua la documentazione presentata dai francesi. Molti musulmani ieri pregavano sugli scogli rivolti verso la Mecca nel primo giorno di Ramadan, o dormivano sotto il sole per non sentire i morsi della fame e della sete. Mangiando solo dopo il calar del sole. Il centro di prima assistenza della stazione di Ventimiglia sta ospitando oltre 300 immigrati. Un numero «aumentato in modo esponenziale nelle ultime 48 ore», hanno raccontato alla Croce Rossa, che lì distribuisce 750 pasti al giorno. E il flusso è in salita.
La prossima settimana una delegazione della Conferenza delle Regioni farà il punto sull’emergenza immigrazione nel corso di un incontro con Matteo Renzi. Intanto Renzi con una nota, ha replicato al governatore della Lombardia Roberto Maroni: «non ho avocato a palazzo Chigi alcuna gestione della questione immigrazione», sulla quale il ministro Alfano «sta lavorando meglio dei suoi predecessori al Viminale». «Ho solo dato disponibilità a incontrare le regioni e penso che su questo tema si dovrebbe smettere di litigare e fare polemica e invece collaborare».
E anche i rom fanno discutere. «Noi dovremo buttare fuori, espellere dal territorio nazionale tutti quei Rom che non vorranno sottoscrivere un patto con lo Stato italiano», ha dichiarato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, tornando sull’accordo annunciato mercoledì con l’Anci per smantellare i campi nomadi irregolari. E sull’immigrazione ha sottolineato che in Europa «ci indeboliamo se arriviamo con la notizia che i governatori italiani non vogliono fare l’equa redistribuzione in Italia. Equa distribuzione in Italia ed equa distribuzione in Europa».
Per il governatore della Liguria, Giovanni Toti, «non bisogna consentire che l’Italia diventi un grande campo profughi dell’Europa». Il governatore è disponibile a collaborare con il Governo «purché ci spieghi come intende bloccare l’arrivo di altri clandestini, perché altrimenti diventa come spalare l’acqua con la forchetta».
Lunedì dovrebbe arrivare il consenso dei 28 alla missione anti-scafisti. Secondo fonti diplomatiche sta andando «liscio» il percorso per il lancio formale della prima fase della missione navale europea EuNavFor contro i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo. Il piano operativo, che inizialmente si svolgerà solo in acque internazionali, prevede in seguito interventi «nelle acque territoriali, nelle acque interne e sulla costa» libica per distruggere la rete dei trafficanti. Nella prima fase è prevista una raccolta di informazioni sul network dei trafficanti, usando droni, satelliti e mezzi di ascolto elettronici delle navi militari. Nella seconda fase inizierà invece la caccia attiva - sempre in acque internazionali - ai mezzi dei trafficanti e si passerà all’arresto degli scafisti, oltre che al salvataggio dei migranti che saranno trasportati «nel primo porto sicuro». In porto la selezione dei richiedenti asilo e il rinvio ai paesi d’origine di chi non ha titolo per la protezione internazionale.Il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, chiede una linea dura contro gli scafisti: «l’Europa faccia l’Europa» anche ai suoi confini meridionali e che «faccia la guerra, quella vera, anche sparando se serve, contro chi fa commercio di esseri umani».
E oltre ai barconi c’è la rotta balcanica, che ha interessato soprattutto il Friuli Venezia Giulia. Lì passeur senza scrupoli, su furgoni e camion, fanno entrare da Austria e Slovenia i migranti. Meno noto di quello dei barconi, il fronte terrestre sembra negli ultimi tempi aver subito una forte impennata. Sull’emergenza immigrati c’è spazio per trovare una solidarietà tra le regioni, ha detto il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, dopo l’incontro con il ministro Alfano e alla vigilia del nuovo incontro con il premier Matteo Renzi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA