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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2015 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 23 luglio 2015 alle ore 06:47.

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MILANO

I giudici della Corte di assise di appello di Milano hanno condannato all’ergastolo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte per la strage di piazza della Loggia a Brescia. Carlo Maria Maggi era un ex ispettore di Ordine Nuovo in Veneto e Maurizio Tramonte, ex fonte «Tritone» dei servizi segreti. La sentenza è giunta dopo otto ore di camera di consiglio. La vicenda, ormai nella storia d’Italia, risale alle ore 10.12 del 28 maggio 1974: in piazza della Loggia, a Brescia, durante una manifestazione antifascista dei sindacati una bomba provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre 100.

Tre sono state le inchieste dei magistrati bresciani. L’ultimo processo riguarda un gruppo di ex ordinovisti veneti, già coinvolti ma poi usciti di scena nei procedimenti sulle stragi milanesi di piazza Fontana e della Questura, e il generale Francesco Delfino, il primo a indagare sull’eccidio: fu lui a indirizzare le indagini iniziali su un gruppo di neofascisti e di balordi bresciani imputati nel primo processo. Il 2 giugno 1979 i giudici della Corte d’assise di Brescia condannarono all’ergastolo Ermanno Buzzi e a dieci anni Angelino Papa ma il 18 aprile 1981 Buzzi venne strangolato dai “camerati” Mario Tuti e Pierluigi Concutelli nel supercarcere di Novara. Il 2 marzo 1982 i giudici della Corte d’assise d’appello di Brescia assolvono tutti gli imputati, compreso Angelino Papa, ma il 30 novembre 1984 la Cassazione annulla la sentenza di appello e dispone un nuovo processo per Nando Ferrari, Angelino e Raffaele Papa e Marco De Amici. Così il pm Michele Besson e il giudice istruttore Gian Paolo Zorzi aprono la cosiddetta “inchiesta bis”. Imputati i neofascisti Cesare Ferri, il fotomodello Alessandro Stepanoff e Sergio Latini, ma il 20 aprile 1985 la Corte d’assise d’appello di Venezia assolve tutti gli imputati del primo processo bresciano. Mentre il 23 maggio 1987 i giudici di Brescia assolvono per insufficienza di prove Ferri, Latini e Stepanoff. La Cassazione poi conferma la sentenza di assoluzione di Venezia e il 10 marzo 1989 la Corte d’assise d’appello di Brescia assolve, con formula piena, Ferri, Stepanoff e Latini, giudizio poi confermato in Cassazione.

Nel 1993 comincia la terza inchiesta. Il 21 febbraio 2014 la Cassazione stabilisce che un nuovo processo dovrà accertare le responsabilità di due degli imputati che nei processi di primo e secondo grado erano stati assolti: Maurizio Tramonte, un uomo considerato vicino ai servizi, che tanto ha parlato negli anni di eversione e bombe, e Carlo Maria Maggi, ottantenne medico veneziano, all’epoca a capo di Ordine Nuovo nel Veneto. Ieri, per entrambi, la condanna all’ergastolo.

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