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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2015 alle ore 06:36.

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Italcementi è quindi passata alla tedesca HeidelbergCement, dando vita al secondo operatore al mondo nel settore del cemento in termini di capacità produttiva. L’operazione arriva a pochi giorni di distanza dalla fusione tra Lafarge e Holcim con cui il nacente colosso franco-svizzero è diventato il numero uno del settore (con un valore di mercato di 36 miliardi di dollari). Ma il risiko del comparto non è certo concluso dato che solo due mesi fa sempre la tedesca Heidelberg ha puntato il mercato indiano rilevando Jp Cements Sikandarabad mentre 10 giorni fa ha presentato l'offerta per rilevare le attività indiane di LafargeHolcim e, per questo, dovrà vedersela con gli irlandesi di Crh.

Insomma nel settore mondiale del cemento è iniziata una fase di consolidamento che pare destinata a tenere banco nei prossimi mesi, surriscaldando e aumentando la volatilità dei titoli.

Se il +49,47% messo a segno da Italcementi ieri si spiega agevolmente con l’adeguamento del prezzo di Borsa a ridosso di quello offerto dai tedeschi per l’acquisto della società della famiglia Pesenti (a 10,6 euro per azione, corrispondente a un premio del 70,6% sulla media dei prezzi degli ultimi due mesi portando la capitalizzazione da 2,3 a 3,5 miliardi), gli altri generalizzati rialzi che hanno interessato il comparto (escluso Heidelberg che ha ceduto il 6,5% come spesso accade per il titolo del predatore dopo l’annuncio di un’acquisizione con pagamento a premio) si spiegano con il nascente risiko che alimenta aspettative di nuove fusioni e acquisizioni spingendo gli operatori a scommettere su chi sarà la prossima preda. A questo punto non sono da escludere nuove mosse di riposizionamento per rispondere ai due colossi che si sono formati nel mese di luglio. In questo modo, tra speculazione e realtà, piovono gli acquisti. Per restare a Piazza Affari ieri la controllante Italmobiliare (holding della famiglia Pesenti che ha ceduto il pacchetto di controllo con un incasso da 1,66 miliardi di euro) è balzata del 28%, Buzzi Unicem ha guadagnato il 6%, Cementir il 4,4%. Quest'ultima ha spinto all'insù anche la controllante Caltagirone (+3,78%).

In Europa l’irlandese Crh è salita del 2%, la spagnola Cementos Portland del 5,63%, la portoghese Cimpor Cimentos del 3%, la francese Vicat dell’1%. Fuori dai confini europei la messicana Cemex del 2% e l’indiana Jaipee di quasi il 7%. Se però si guarda l’andamento dell’indice Stoxx 600 costruzioni (per avere una visione d’insieme) si scopre che le quotazioni dei titoli del comparto sono in fermento già da diverse settimane. Da inizio anno l’indice è salito del 18%, a luglio del 3%.

Tra i prossimi movimenti su cui puntano gli investitori quello della britannica Quintain Estates, balzata del 20% dopo l'offerta del fondo di private equity Lone Star.

L’aria M&a (merger and acquisition) del settore delle costruzioni potrebbe contagiare altri comparti e altre società italiane oggetto di interesse di gruppi stranieri. Non a caso ieri gli investitori hanno acquistato le azioni della compagnia di raffinazione del petrolio Saras (+4%): da mesi circola la voce che la famglia Moratti potrebbe cedere il controllo alla russa Roseneft, che al momento detiene il 21 della compagnia che ha sede a Sarroch (Cagliari), le cui azioni nell’ultimo anno sono salite del 111%.

.@vitolops

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